Peaky Blinders 6: la stagione finale è quella dello scontro tra generazioni
In arrivo su Netflix, l’ultima stagione di Peaky Blinders ha il difficile compito di chiudere il cerchio in maniera soddisfacente. Il vero finale però sarà quello del film, previsto nel 2023
Tutte le cose belle finiscono, serie tv incluse. A breve distanza dalla messa in onda nel Regno Unito, la sesta e ultima stagione di Peaky Blinders, serie gangster-chic della BBC resa celebre dal cast eccezionale e dalla colonna sonora impeccabile, è finalmente disponibile al pubblico italiano di Netflix. Le aspettative di chi è riuscito a non rovinarsi la sorpresa sono alte, anzi altissime.
Così alte che l’effetto delusione è dietro l’angolo, a meno di non consolarsi pensando che comunque vada ci sarà sempre la possibilità di correggere il tiro con i progetti futuri, già annunciati dal creatore della serie Steven Knight.
La morte (annunciata) di Polly Gray
L’uscita di scena del personaggio di Helen McCrory non si può considerare uno spoiler: l’attrice è venuta a mancare nell’aprile del 2021, dopo una lunga malattia tenuta accuratamente lontano dai riflettori. Sostituirla era ovviamente fuori discussione, ma le sue condizioni non le hanno permesso di filmare le ultime scene. Il primo episodio si apre quindi con una terribile rivelazione: zia Polly non c’è più, assassinata dall’IRA in una vendetta mirata a destabilizzare ulteriormente Tommy Shelby (Cillian Murphy). Non solo hanno sventato i suoi piani salvando in extremis Oswald Mosley (Sam Claflin), ma hanno voluto approfittarne per “ristrutturare” l’organizzazione interna dei Peaky Blinders, una punizione per aver rifiutato di riconoscere i suoi limiti. Per commemorare Polly Gray, matriarca del clan Shelby, la scena del funerale è stata girata in assoluto silenzio, interrotto solo dal crepitio delle fiamme. E dalla voce di Michael (Finn Cole), pronto a giurare davanti a Dio e alla sua defunta madre che farà tutto quello che è in suo potere per detronizzare il cugino.
Tutto cambia, tutto resta com’è
Se nel corso della quinta stagione i due erano già ai ferri corti per via delle ambizioni di Michael, abilmente coltivate dalla scaltra moglie Gina (Anya Taylor-Joy), il tema principale della sesta è lo scontro tra generazioni, inevitabile e cruento.
Dopo questo breve interludio funerario la storia si sposta in avanti di quattro anni, dal 1929 al 1933: Tommy sembra essere diventato più calmo e razionale, mentre lo stesso non si può dire di Arthur (Paul Anderson), completamente alla deriva. Tra l’ascesa del fascismo e la fine del proibizionismo, che rende molto più appetibile il mercato dell’oppio, la sopravvivenza dei Peaky Blinders è affidata a un delicato gioco di mosse e contromosse che prenderanno una piega politica, tornando a coinvolgere anche il teatrale Alfie Solomons (Tom Hardy).
I progetti futuri
La definizione di una serie di successo, parafrasando quelli di Community, è arrivare al traguardo delle sei stagioni più un film. E Steven Knight sembra avercela fatta: il vero epilogo di Peaky Blinders è rimandato a data da destinarsi, molto probabilmente al 2023.
Nei piani originali la serie avrebbe dovuto concludersi con la settima stagione, idea accantonata per via dei numerosi impegni dei membri chiave del cast. Poco male, sostiene Knight, perché l’idea di concludere la sua storia con un budget adeguato al grande schermo gli è sempre piaciuta.
Per non parlare dei possibili spinoff, già nell’aria da tempo, da affidare però a nuovi showrunner. Stando a RadioTimes, Knight ha in mente di voltare pagina dedicandosi a una nuova miniserie ambientata tra Birmingham e Coventry a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80, ma non sarà una storia di gangster: i protagonisti saranno musicisti ska.
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