09/04/2019

Hanna diventa una serie tv

Veronica Colella Pubblicato il 09/04/2019 Aggiornato il 09/04/2019
Hanna film e serie tv

Hanna diventa una serie tv, prodotta da Amazon Prime e visibile dal 29 marzo: la storia è la stessa trama dell’omonimo film del 2011 di Joe Wright con Saoirse Ronan ma il taglio è meno favolistico.

Il risultato è un thriller intenso e a tratti inquietante, che allo stesso tempo racconta una storia di incredibile delicatezza e umanità.

Gli elementi in comune con il film

L’idea della serie è dello sceneggiatore David Raff, che nel 2011 aveva affiancato Seth Lochhead nella stesura del copione originale. Per questo nuovo progetto si avvale nuovamente della collaborazione di Joe Wright (il regista di Orgoglio e Pregiudizio e L’ora più buia), questa volta come consulente: il formato della serie tv americana, come da tradizione, alternerà alla regia diversi talenti a partire da Sarah Adina Smith, autrice del surreale Buster’s Mal Heart, con un Rami Malek ancora semi-sconosciuto. Anche Saoirse Ronan quando girò Hanna aveva appena iniziato a farsi notare: i nomi trainanti del film erano Cate Blanchett, l’antagonista che sembrava una matrigna cattiva dei fratelli Grimm, e naturalmente Eric Bana, il padre di Hanna costretto a trasformare la figlia in una macchina da guerra.

Chi è la nuova Hanna

La nuova Hanna ha il volto di Esme Creed-Mile, figlia dell’attrice Samantha Morton (The Walking Dead), che per questo ruolo si è allenata per mesi sei ore al giorno per imparare le complicate coreografie di combattimento. I colleghi Mireille Enos e Joel Kinnaman (entrambi conosciuti per The Killing) partono avvantaggiati: lei fa taekwondo e lui jujitsu, ma questo non vuol dire che non abbiano dovuto sudarsi la parte.

Scopriamo la storia

La storia si apre con un’Hanna appena nata, amorevolmente presa in braccio da un uomo. Erik Heller (Joel Kinnaman) è un ex agente della CIA che rapisce una bambina vittima di sinistri esperimenti genetici, portandola via dalla nursery per fuggire nella notte insieme alla madre Johanna (Joanna Kulig). La coppia viene inseguita da un team guidato da Marissa Weigler (Mireille Enos), disposta a tutto pur di riprendere la sua piccola cavia. Johanna muore durante la fuga ed Erik è costretto ad abbandonarla, attraversando a piedi le foreste della Romania.

Qui crescerà la bambina con la consapevolezza che qualcuno è sempre in agguato per farle del male. Hanna per questo diventa un un soldato perfetto in grado di sopravvivere a climi inospitali e dotata di un istinto brutale.

La vita trascorre in una tranquilla routine di isolamento finché Hanna non inizia a crescere e a farsi domande sul mondo esterno: il suo tentativo, goffo e molto dolce, di avvicinare un ragazzo della sua età ai confini della foresta si trasforma nell’inizio di una caccia all’uomo, costringendo padre e figlia a separarsi. Erik è diretto a Berlino, mentre il viaggio di Hanna inizia con una cattura strategicamente premeditata. Hanna si lascia prendere per affrontare la donna che sa essere la sua più grande nemica, la stessa Marissa Weigler che ha aspettato pazientemente 15 anni per poterla riportare alla struttura. Una volta capito che Marissa non ha intenzione di uscire allo scoperto Hanna evade, lasciandosi dietro una scia di cadaveri. Da questo momento inizia la sua vera fuga: nel deserto del Marocco incontrerà la sua prima amica, Sophie (Rhianne Barreto), scoprendo finalmente il mondo delle ragazze normali. Sophie, viziata e frivola ma anche affettuosa e generosa, è una ragazza inglese in vacanza con la famiglia, destinata a rimanere involontariamente invischiata nella lotta di Hanna.