18/06/2019

Big Little Lies 2: la seconda stagione nel segno di Meryl Streep

Veronica Colella Pubblicato il 18/06/2019 Aggiornato il 18/06/2019

La miniserie evento con Nicole Kidman e Reese Whiterspoon è pronta ad accogliere una nuova protagonista: Meryl Streep, che avrà un ruolo davvero cruciale

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La sorpresa più lieta di quest’estate televisiva è senza dubbio il ritorno di Big Little Lies, la miniserie evento del 2017, in onda su Sky Atlantic a partire dal 18 giugno.

Nelle intenzioni dei suoi creatori la serie era da considerarsi conclusa, ma con un cast di quel calibro sarebbe stato un vero peccato perdere l’occasione di aggiungere nuovi capitoli alla storia.

Il seguito scritto per Meryl Streep

Il regista Jean-Marc Vallée aveva giurato che una seconda stagione non si sarebbe mai fatta, anzi, che avrebbe rovinato tutto. Invece eccoci qui, pronte a tornare a Monterey con un seguito scritto da Liane Moriarty apposta per Meryl Streep, talmente lusingata da aver firmato il contratto ancora prima di leggere la sceneggiatura. La regia è stata affidata ad Andrea Arnold, autrice del piccolo capolavoro indie Fish Tank (2009) e del malinconico road movie American Honey (2016).

Dove eravamo rimasti

Alla fine della prima miniserie, le Cinque di Monterey avevano accidentalmente causato la morte di Perry (Alexander Skarsgård), il marito violento di Celeste (Nicole Kidman) che si era scoperto essere anche lo stupratore di Jane (Shailene Woodley), quel Saxon Banks che Madeline (Reese Witherspoon) aveva cercato di rintracciare per lei senza sapere di averlo avuto vicino fin dall’inizio. La scena finale sembrava suggerire una rinascita, con le protagoniste unite da una tacita alleanza di reciproca protezione. Tuttavia, un omicidio è un segreto molto pesante con cui convivere. Soprattutto per Bonnie (Zoë Kravitz), che quella notte lo ha materialmente spinto giù dalle scale, e per la stessa Celeste, tormentata dagli incubi e dai suoi sentimenti contrastanti verso il marito.

È proprio partendo da qui che si svilupperanno le sette puntate del seguito, continuando a esplorare il tema dell’abuso e del senso di colpa pur mantenendo intatta la vena di humor nero che ha decretato il successo della serie. Oltre alla bugia più grande di tutte – quella che riguarda l’incidente di Perry – c’è anche la questione irrisolta della miriade di piccole menzogne che pesano sulla coscienza di Madeline, che ha tradito il marito Ed (Adam Scott) con Joseph Bachman (Santiago Cabrera).

La gentilezza che uccide

Il personaggio di Meryl Streep, Mary Louise Wright, avrà un ruolo centrale nella seconda parte della storia, insinuandosi in maniera subdola nelle vite di tutte quante. Ufficialmente la madre di Perry fa visita a Celeste per aiutare nuora e nipotini a superare la morte di suo figlio, ma dietro i suoi modi affabili ed eleganti si intravede una personalità molto diversa e una lingua affilata come un rasoio. Quella di Mary Louise è una presenza opprimente e manipolatrice, in grado di sfruttare le fragilità degli altri a suo vantaggio, e l’interpretazione di Meryl Streep – che per il ruolo si è munita di denti finti per somigliare di più a Skarsgård – è deliziosamente inquietante.

Se la miniserie originale aveva come tema portante il delicato equilibrio tra la maternità e il desiderio di affermazione personale, la seconda segue il filo conduttore dell’ereditarietà della violenza. Nel corso della prima stagione si è scoperto che Max, uno dei due gemelli di Perry e Celeste, imitava gli atteggiamenti del padre terrorizzando Amabelle, la figlia di Renata (Laura Dern). Prevedibilmente, gli sforzi di Celeste per evitare che i figli diventino come il padre verranno sabotati dalla suocera, incapace di prendere in considerazione l’idea che il figlio avesse dei difetti. La scelta di mostrare chiaramente la parte di responsabilità di Mary Louise nel rendere Perry l’uomo che è diventato è probabilmente l’occasione più interessante da cogliere per Big Little Lies, che ha la possibilità di mostrare come l’abuso sia una categoria trasversale e non necessariamente di appannaggio maschile.