Sanremo 2020, ecco cosa ci è piaciuto. E cosa no
Grande successo per la 70esima edizione del Festival di Sanremo, nonostante le polemiche che hanno accompagnato il suo esordio. Ecco cosa ci è piaciuto e cosa no
“Nel bene o nel male, purché se ne parli”. Un detto che calza alla perfezione per il Festival di Sanremo, in particolare per questa 70esima edizione, nata sotto un cielo pieno non di stelle bensì di polemiche, ma premiata poi dagli ascolti tanto da far registrare numeri da record. Se è piaciuto al pubblico qualche motivo ci sarà e lo riconosciamo, ma secondo noi non è stato un anno memorabile. Ecco le 5 cose che abbiamo apprezzato e le 5 che invece non ci sono piaciute di Sanremo 2020.
Probabilmente ce lo ricorderemo anche tra qualche anno per la sua infinita lunghezza e per tutti i caffè che ci ha costretto a prendere per stare svegli davanti alla tv.
Le 5 cose che ci sono piaciute
La vittoria di Diodato – Sanremo 2020 ha avuto un lieto fine con il trionfo della splendida Fai rumore di Diodato. Un premio che è andato a un cantautore raffinato e gentile, che porta avanti da diversi anni un discorso artistico intelligente e coerente. La gavetta paga ancora, per fortuna.
Leo Gassmann diventato Big – Non dimentichiamoci che Diodato non è l’unico vincitore eletto da Sanremo: c’è anche Leo Gassmann, primo classificato nella sezione Nuove Proposte con la canzone Vai bene così, da lui stesso scritta. Un talento genuino il suo. E chissà, magari il prossimo anno tornerà al Teatro Ariston tra i Big.
La verve di Fiorello – Il suo esordio a Sanremo 2020 non ci aveva fatto impazzire, ci sembrava un po’ sottotono, ma poi è tornato il Fiorello di sempre e la musica al Teatro Ariston è cambiata. Diciamolo: buona parte del successo di questo Festival lo si deve a lui.
La qualità delle canzoni in gara – Bisogna ammettere che la media delle canzoni in gara quest’anno al Festival era piuttosto alta. Ci aspettavamo di peggio, onestamente.
Il coraggio di Achille Lauro – C’è chi l’ha criticato e chi l’ha amato. Noi facciamo parte della seconda fazione, perché ha tenuto fede al titolo della sua canzone: Me ne frego. E così ha deciso di fare spettacolo puro non limitando la sua esibizione al canto, ma affrontando il palco con un approccio teatrale, giocando con il look e citando delle icone storiche per lui importanti. Ha fatto a suo modo cultura.
Le 5 cose che non ci sono piaciute
La lunghezza delle serate – Sanremo 2020 avrà fatto registrare record di ascolti, ma lo vogliamo dire che alla fine di queste cinque giornate il pubblico è sfinito? Non è possibile terminare alle 2.30 di notte! È anche irrispettoso nei confronti degli artisti che si sono trovati a cantare tardi e, di conseguenza, inevitabilmente stanchi.
La parata delle co-conduttrici – Le intenzioni erano positive, perché si voleva dare spazio all’universo femminile, però potevano farlo mettendo al timone del Festival una donna non fornendo al conduttore-direttore artistico una sorta di harem. Ogni sera delle co-conduttrici diverse e purtroppo non tutte con il giusto appeal.
La scelta degli ospiti – Facciamo appello a quella che sarà la prossima direzione artistica del Festival affinché cerchi di portare qualche ospite straniero in più invece dei soliti artisti italiani, che usano Sanremo come mera vetrina promozionale non pensando nemmeno lontanamente di mettersi in gioco partecipando alla gara.
L’ostentazione dei buoni sentimenti – Quante volte abbiamo sentito pronunciare la parola amicizia? Tante, forse troppe. Certo, è stato bello vedere Fiorello andare in soccorso dell’amico Amadeus in questa importante tappa della sua carriera, ma non era il caso far passare questo come il Festival dell’amicizia, dato che alcuni fatti ci dicono il contrario.
Morgan vs Bugo – Uno dei momenti più bassi non solo di Sanremo 2020, ma di tutta la storia della kermesse canora, ci è stato tristemente regalato da Morgan che venerdì sera ha colpito a tradimento Bugo in diretta tv cambiando l’inizio del testo di Sincero, la loro canzone, in parole offensive nei confronti dell’amico-collega. Bugo ha quindi preferito abbandonare il palco ed essere squalificato, piuttosto che continuare a subire. Da quel momento è stato un susseguirsi di dichiarazioni, in cui emerge chiaramente l’intenzione dell’ex leader dei Bluvertigo di dare vita a uno dei suoi soliti polveroni mediatici attira-gossip di cui, onestamente, ci siamo ampiamente stancati e che meritano di cadere nell’oblio.
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