Persuasione: Dakota Johnson è una Bridget Jones in epoca Regency
Una commedia in puro stile Netflix che somiglia più a Bridgerton o Fleabag che a Orgoglio e Pregiudizio
Puriste dell’epoca Regency, consideratevi avvertite: forse l’adattamento Netflix di Persuasione non brilla per accuratezza storica, ma a modo suo è fedele allo spirito del romanzo.
Diretto dalla regista teatrale Carrie Cracknell e scritto a quattro mani da Ron Bass e Alice Winslow, è una rivisitazione in chiave spiritosa e post-moderna delle disavventure dell’eroina meno conosciuta di Jane Austen.
E potrebbe piacere a chi è in astinenza da Bridgerton.
Una seconda occasione
È difficile non simpatizzare con Anne, non solo per il fascino magnetico di Dakota Johnson. Figlia di mezzo di un vanitoso baronetto (Richard E. Grant), è quietamente rassegnata a vivere nell’ombra delle sue sorelle. Elizabeth è la tipica cocca di papà, mentre Mary si è sposata molto giovane e ha una grande opinione di sé stessa. Alla veneranda età di 27 anni, sarebbe ora che anche Anne si conquistasse un buon partito… tanto più che i debiti accumulati dagli eccessi paterni rendono la sua posizione alquanto precaria.
Peccato che nessun uomo riesca a reggere il confronto con il suo primo amore, il Capitano Frederick Wentworth (Cosmo Jarvis): il loro sarebbe stato un matrimonio perfetto, ma otto anni prima Anne si è lasciata convincere a rompere il fidanzamento da Lady Russell (Nikki Amuka-Bird), amica di famiglia che non reputava il futuro sposo alla sua altezza.
Il destino però li fa incontrare di nuovo, regalandole una seconda occasione di essere felice. A meno che non si lasci influenzare ancora una volta dalla sua ingombrante e egocentrica famiglia, accettando invece la corte dell’ambizioso cugino, l’affascinante Mr. Elliot (Henry Golding).
Occhi negli occhi
Che il film non intenda prendersi troppo sul serio si intuisce dal linguaggio, schietto e moderno fino a risultare palesemente anacronistico. Anzi, di tanto in tanto Anne abbatte la quarta parete alla maniera di Fleabag, scambiando occhiatine sarcastiche e battute taglienti direttamente con il pubblico. Per alcuni la scelta di contaminare la Austen con un senso dell’umorismo da millennial avrà del sacrilego, ma Persuasione non vuole essere un film per le maniache delle miniserie BBC.
Chi l’ha definito un Bridget Jones in epoca Regency non ha tutti i torti: l’Anne di Dakota Johnson è proprio il tipo di protagonista che affoga i suoi dispiaceri nell’alcol e si rovescia le cose addosso, accessibile proprio perché piena di difetti.
Come Patti Smith e Debbie Harry
Per un’eroina anticonvenzionale, sarebbe stato un peccato rimanere confinata nei canoni estetici del suo tempo. Le principali fonti di ispirazione della costume designer Marianne Agertoft per il personaggio di Anne, riporta l’edizione americana di Vogue, sono piuttosto le cantanti proto-punk Patti Smith e Debbie Harry, insieme allo stile senza tempo di Audrey Hepburn.
In Lady Russell ha visto invece qualcosa di Katharine Hepburn, mentre per i due protagonisti maschili si è ispirata rispettivamente allo stile di Vincent Cassel (Mr. Elliot) e al romanticismo rude di Steve McQueen e Bruce Springsteen (il Capitano Wentworth).
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