Richard Gere: «Il successo di Pretty Woman mi colse di sorpresa»
Tra le star presenti alla 19esima edizione del Magna Graecia Film Festival anche Richard Gere, che ha raccontato alla stampa il suo rapporto con l'Italia e alcune curiosità sulla sua carriera
Si è appena conclusa con successo la 19esima edizione del Magna Graecia Film Festival (ideato e diretto da Gianvito Casadonte), che ha portato in Calabria (per la precisione a Catanzaro) tanti film, documentari e personaggi italiani e internazionali.
Tra le star più attese Richard Gere, che ha incontrato la stampa (sia in presenza che via streaming) per fare due chiacchiere e parlare di cinema, spiritualità, ma anche del suo fortissimo legame con l’Italia (in particolare quella del Sud).
Spiritualità e senso di comunità
«Questa è la mia prima volta in Calabria e sono felice di tornare nel Sud Italia, che per me è ormai una seconda casa. Purtroppo in questi ultimi due anni, per forza di cose, non ho viaggiato molto» – esordisce così Richard Gere, felice di trovarsi in un festival cinematografico – «Sono un dinosauro (e ne sono orgoglioso), quindi preferisco indubbiamente la sala allo streaming, perché devo ammettere che il Covid ha modificato le abitudini di visione, compresa la mia. Il lato positivo delle piattaforme è la possibilità che viene data ai piccoli film indipendenti (i quali hanno sempre avuto problemi di distribuzione) di essere visti su larga scala. Però in questo tipo di fruizione manca il senso di comunità, che ha dato le origini al racconto prima ancora dell’avvento del cinema, quando ci si raccoglieva intorno a un fuoco a leggere e ascoltare delle storie. È questa dimensione che oggi manca».
Viene spontaneo il collegamento con la dimensione spirituale, fondamentale per l’attore che è da anni buddista. «Ci sono otto miliardi di persone al mondo e penso che ci dovrebbero essere altrettante religioni. Non mi aspetto che nessuno diventi buddista, ma che possa raggiungere la felicità seguendo la propria strada. C’è una preghiera che mi ripeto spesso, che è quella ci creare una connessione con tutte le religioni, per andare verso la liberazione e l’amore, ma anche verso quel collegamento con l’universo che dà senso di appartenenza e responsabilità».
Cinema e Pretty Woman
Nel 1990, quindi 32 anni fa, usciva al cinema Pretty Woman ovvero una delle commedie romantiche più amate della storia del cinema, che lo vedeva protagonista insieme a Julia Roberts. E a tal proposito Richard Gere confessa: «Il successo del film ci colse di sorpresa, non pensavamo che riuscisse a creare una tale forma di identificazione negli spettatori. È stato qualcosa di magico». Però se state sognando qualche sequel o remake verrete delusi, perché «ogni tanto il regista Garry Marshall – scomparso nel 2016 – lanciava qualche idea per un potenziale nuovo film, ma non siamo mai andati oltre. Nessuno di noi era ansioso all’idea di realizzare un secondo capitolo della storia».
Vi state chiedendo se prima o poi tenterà la strada della regia? «Mi ritengo molto fortunato, perché ho avuto la possibilità di lavorare insieme a registi con cui era possibile collaborare facendo delle proposte, quindi non ho mai sentito l’esigenza di stare dietro la macchina da presa. Certo, mai dire mai, ma quello del regista è un lavoro che porta via molto tempo e io preferisco dedicarlo ai miei figli, non stando troppo lontano da loro».
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