Jova Beach Party, il mega evento dell’estate continua tra mille polemiche
Nasce come l'evento più celebrato dell'estate per la scelta di location alternative e green ma si sta rivelando anche quello più contestato proprio per le perplessità sull'impatto ambientale
Il Jova Beach Party si sta rivelando l’evento più celebrato e contestato dell’estate. Un concept tutto nuovo fatto di 17 concerti-festa diversi per location, ospiti e scaletta, lontano dall’asfalto dei palazzetti, con tanto di matrimoni celebrati in spiaggia. Queste date sono un banco di prova per tutti i futuri progetti con le stesse ambizioni e non è così semplice fare un bilancio oggettivo tra le tante voci in disaccordo.
All’indubbio merito di svecchiare il meccanismo dei tour si affiancano però le perplessità sull’impatto ambientale, nonostante il patrocinio del WWF.
Le pecche organizzative
Qualche problema in effetti c’è stato: le code infinite, l’assenza di punti ombra, birra e cibo esauriti prima di sera (con token non rimborsabili), il fraintendimento con i genitori di figli piccoli che si sono visti negare l’ingresso. L’ostilità nei confronti dell’evento pare comunque eccessiva, almeno agli occhi di Maurizio Salvadori della Trident Music che ha parlato di vero e proprio “terrorismo psicologico” da parte dei social, con notizie ingigantite o inventate (come la costruzione di un fantomatico eliporto).
Lo stesso Jovanotti ha lanciato su Twitter una frecciatina contro “la comfort zone dell’arroganza militante”, difendendo Donatella Bianchi del WWF dal fuoco incrociato di accuse da parte delle altre sigle ambientaliste sul piede di guerra.
Un mare di plastica e troppo rumore
I dubbi legittimi sulla tutela delle spiagge si sono in effetti trasformati in un’ondata di sdegno, con tanto di richiesta di interrogazione parlamentare. Anche la tappa di Plan De Corones è stata aspramente criticata dall’alpinista Reinhold Messner, per l’inquinamento acustico e per l’approccio sbagliato alla montagna, che dovrebbe invece rappresentare “una riserva d’acqua e di quiete, un luogo libero dove dedicare tempo alla cura dello spirito”. A nulla sono valse le rassicurazioni degli organizzatori ed è stata messa in dubbio l’onestà della campagna di sensibilizzazione parallela curata dal WWF – il PlasticFree Tour – che dovrebbe invece testimoniare la serietà del loro impegno. Lo sforzo per educare le folle al rispetto dell’ambiente c’è stato e i fatti per ora ne sostengono l’efficacia: il lido di Lignano Sabbiadoro da cui ha preso le mosse il tour è già tornato in condizioni impeccabili, nonostante le 45.000 presenze.
Lo scandalo Fratino
Un’obiezione giustificata riguarda la presenza di fauna a rischio, per la quale un bagno di folla potrebbe rivelarsi fatale. Lipu e Legambiente si sono attivate con un esposto alla Procura della Repubblica di Rimini e al Ministero dell’Ambiente per tutelare i pulcini di Fratino, specie in via di estinzione. Nel litorale tra Rimini e Riccione c’erano infatti quattro nuovi nati incapaci di volare, che avrebbero potuto facilmente rimanere schiacciati e uccisi. Per proteggerli la data di Ladispoli è stata cancellata e per quella di Rimini sono state previste misure aggiuntive, ma un pulcino risulta comunque disperso. Il concerto però non sembra essere il responsabile, almeno secondo l’assessore Anna Montini.
Le accuse di sfruttamento
A chiudere il cerchio delle polemiche c’è la questione dei volontari per la raccolta differenziata, premiati per il loro impegno con un’entrata gratis, un gadget e un buono per birra e panino. La questione del volontariato in Italia è molto delicata, soprattutto in un settore come quello della cultura, e l’atteggiamento degli organizzatori è stato ritenuto troppo superficiale. Anche dopo il chiarimento sul volantino del comune di Cerveteri, che conteneva imprecisioni, rimane la richiesta di 16 ore di impegno non retribuito.
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