Greta Thunberg: vieni a conoscere la giovane attivista dei #FridaysforFuture
Ha solo 16 anni ma con la sua battaglia per il clima ha ispirato i ragazzi di 95 Paesi pronti a manifestare tutti i venerdì
La grande partecipazione al climate strike dello scorso 15 marzo, che solo in Italia ha visto quasi un milione di studenti scendere in piazza, ha portato all’attenzione di tutto il mondo la ragazza che ne è diventata il simbolo. L’adolescente svedese Greta Thunberg è riuscita in pochi mesi a mobilitare un numero consistente di critici e sostenitori, riaccendendo il dibattito sul riscaldamento globale.
A soli sedici anni è stata candidata al Nobel per la Pace, ha presenziato a eventi come il World economic forum di Davos e la conferenza sul clima Cop24 di Katowice, in Polonia, ispirando studenti di tutto il mondo a seguire il suo esempio.
Alla base di queste proteste c’è soprattutto l’idea che le vecchie generazioni abbiano trascurato colpevolmente i loro doveri, lasciando in eredità ai più giovani un clima più caldo e più instabile.
Cambiare il mondo una persona alla volta
Greta ha iniziato ad interessarsi di ecologia già all’età di nove anni, guardando in classe un filmato sugli effetti dell’inquinamento sugli oceani e sugli orsi polari. Quelle immagini le hanno scatenato una crisi di pianto, ma la delusione più grande è stata rendersi conto che gli adulti non ne erano altrettanto colpiti.
Lei stessa crede che la sua capacità di rimanere concentrata su un tema più a lungo degli altri abbia a che fare con il suo diverso modo di pensare, dovuto alla sindrome di Asperger.
La serietà con cui si è dedicata alla causa ha contagiato i suoi genitori – l’attore Svante Thunberg e la cantante lirica Malena Ernman – che hanno modificato radicalmente il loro stile di vita per renderlo più sostenibile, dimostrandole che è possibile convincere gli altri a cambiare per il bene comune. La famiglia ha gradualmente rinunciato alla carne, ai viaggi in aereo, a fare acquisti superflui. Adesso i Thunberg si spostano in bicicletta o in treno, coltivano la loro verdura e hanno dotato la loro casa di batterie solari.
Bisogna agire “come se la nostra casa fosse in fiamme”
Con più di 80 roghi tra Svezia e Lapponia, l’estate del 2018 è stata particolarmente disastrosa per le foreste del Nord. Greta ha reagito mettendo in atto una protesta solitaria saltando sistematicamente le lezioni per andare in bici davanti alla sede del Parlamento a Stoccolma, con un cartello che annunciava lo Skolstrejk för klimatet, “lo sciopero dalla scuola per il clima”. Un gesto simbolico per fare pressione sulla classe politica svedese durante il periodo di elezioni, dal 20 agosto fino al 09 settembre.
Da allora, anche se i genitori preferirebbero che andasse a scuola regolarmente, ha scelto di dedicare tutti i venerdì “al futuro”, inaugurando una forma di protesta che attraverso i social network si è diffusa fino all’organizzazione di marce in 95 Paesi, dall’Inghilterra all’Uganda.
Un simbolo e un bersaglio
Diventare il volto di un movimento significa anche diventare un bersaglio, come dimostrano le battute infelici di Rita Pavone, Maria Giovanna Maglie e del consigliere comunale Umberto Bosco. Su Greta se ne sono dette tante, persino che sia affiliata alla massoneria, che sia una consumatrice sbadata di plastica o che venga sfruttata dai propri genitori e dalle lobby ambientaliste. Forse ha ragione lei, quando dichiara che questi attacchi sono la prova che qualcosa nel dibattito è cambiato e che gli studenti stanno davvero facendo la differenza.
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