Oscar 2021: trionfa Nomadland. Delusione per Laura Pausini
Nomadland, premiato anche a Venezia, fa incetta di statuette importanti: miglior film, migliore regia, miglio attrice protagonista. Niente da fare peri candidati italiani
Non ha riservato grandi sorprese la 93esima edizione degli Oscar: come previsto, infatti, a trionfare nelle categorie principali è stato Nomadland, che si porta a casa gli Oscar per il Miglior film, la Miglior regia (a Chloé Zhao) e la Miglior attrice protagonista (a Frances McDormand).
Quest’anno gli Academy Awards sono stati all’insegna del girl power e non può che fare piacere, anche se non possiamo nascondere una certa delusione per i premi mancati a Massimo Cantini Parrini per i costumi Pinocchio e a Laura Pausini per la canzone Io sì (Seen).
In compenso la nostra amata pop-star ha regalato al pubblico internazionale una performance strepitosa, accompagnata al pianoforte da Diane Warren (autrice del pezzo). E bisogna ammettere che i momenti musicali sono quelli che hanno portato un po’ di pathos in una cerimonia che a livello di show, tra distanziamenti e glamour low-profile, non ha stupito con effetti speciali.
Nomadland, un destino segnato
Facciamo qualche passo indietro nel tempo, fino ad arrivare alla scorsa estate. Quando è stata annunciata la presenza di Nomadland tra i film in concorso alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia, lo si è subito indicato tra i favoriti e infatti ha vinto il Leone d’Oro, tra gli applausi della critica. Da lì la sua fama di capolavoro si è amplificata, anche grazie ad altri riconoscimenti, come i due recenti Golden Globes. Sono stati quindi in molti a pronosticare la vittoria anche agli Oscar, che infatti è arrivata.
Nomadland è stato scritto, diretto, co-prodotto e montato da Chloé Zhao, che ha voluto portare sul grande schermo la storia raccontata dalla giornalista Jessica Bruder nel libro Nomadland – Un racconto d’inchiesta (uscito 2017).
Protagonista è la sessantenne Fern (interpretata da Frances McDormand) che, dopo aver perso il marito e il lavoro durante la Grande recessione, decide di lasciare la città industriale di Empire (nel Nevada) per attraversare gli Stati Uniti occidentali sul suo furgone. Così fa la conoscenza di altre persone che, come lei, hanno deciso o sono state costrette a vivere una vita da nomadi moderni, al di fuori delle convenzioni sociali.
Vi piacerebbe vedere il film? Lo troverete nelle sale cinematografiche aperte dal 29 aprile e in streaming su Disney + dal 30 aprile.
Gli altri Oscar principali
L’Oscar per il Miglior attore protagonista è andato a Anthony Hopkins per The Father – Nulla è come sembra: un premio meritato, anche se (stando alle previsioni) inaspettato.
Sul fronte degli attori non protagonisti abbiamo invece visto trionfare Daniel Kaluuya per Judas and the Black Messiah e Yoon Yeo-jeong per Minari.
Migliore sceneggiatura originale è quella di Una donna promettente scritta da
Emerald Fennell, mentre la non originale quella di Father – Nulla è come sembra firmata da Christopher Hampton e Florian Zeller.
Miglior film internazionale è Un altro giro di Thomas Vinterberg, mentre il Miglior film d’animazione Soul di Pete Docter. Quest’ultimo titolo si porta a casa anche l’Oscar per la Migliore colonna sonora composta da Trent Reznor, Atticus Ross e Jon Batiste.
Migliore canzone originale è Fight For You (musiche di H.E.R. e Dernst Emile II, testo di H.E.R. e Tiara Thomas) nella colonna sonora di Judas and the Black Messiah.
Il Miglior documentario è Il mio amico in fondo al mare di Pippa Ehrlich e James Reed, il Miglior cortometraggio Due estranei di Travon Free e Martin Desmond Roe, il Miglior cortometraggio documentario Colette di Anthony Giacchino e il Miglior cortometraggio d’animazione Se succede qualcosa, vi voglio bene di Michael Govier e Will McCormack.
Gli Oscar tecnici
Non meno importanti sono gli Oscar tecnici, perché non dobbiamo dimenticare quanto il lavoro delle maestranze si riveli fondamentale per la buona riuscita di un film.
Il premio alla Migliore fotografia è andato a Erik Messerschmidt per Mank, film che si porta a casa anche l’Oscar per la Migliore scenografia realizzata da Donald Graham Burt e Jan Pascale (ricordiamo che Mank partiva da favorito con ben dieci nomination).
Il Miglior montaggio è quello di Mikkel E. G. Nielsen per Sound of Metal, i Migliori costumi quelli di Ann Roth per Ma Rainey’s Black Bottom, mentre il Miglior trucco e acconciatura quelli di Sergio Lopez-Rivera, Mia Neal e Jamika Wilson per Ma Rainey’s Black Bottom.
L’Oscar per i Migliori effetti speciali è andato invece a Andrew Jackson, David Lee, Andrew Lockley e Scott Fisher per Tenet.
E infine il premio per il Miglior sonoro è andato a Nicolas Becker, Jaime Baksht, Michelle Couttolenc, Carlos Cortés e Phillip Bladh per Sound of Metal.
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