Luis Sepúlveda, i suoi romanzi più belli
Da Il vecchio che leggeva romanzi d'amore a Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, passando per Le rose di Atacama. Ricordiamo insieme i romanzi più belli di Luis Sepúlveda
Il Coronavirus ci ha portato via Luis Sepúlveda, che si è spento dopo aver combattuto contro questo maledetto virus per settimane. Il celebre scrittore cileno, infatti, era stato ricoverato a fine febbraio presso l’Hospital Universitario Central de Asturias di Oviedo, dopo essere stato ospite di un festival letterario in Portogallo ed aver avvertito i primi sintomi.
A lasciarci è un uomo che ha vissuto intensamente: attivista politico, fu incarcerato dal regime del generale Augusto Pinochet e per questo fu costretto poi a lasciare il suo paese natio, iniziando a viaggiare in giro per il mondo (anche al seguito degli equipaggi di Greenpeace).
Esperienze che hanno inevitabilmente contribuito a renderlo uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi. Quale modo migliore di omaggiarlo se non ricordando alcuni dei suoi romanzi più belli (naturalmente da rileggere)?
Tra letteratura e cinema
Il mezzo cinematografico ha indubbiamente contribuito ad amplificare la popolarità di Luis Sepúlveda. Basti pensare a La gabbianella e il gatto, film d’animazione di Enzo D’Alò (datato 1998) tratta da Storia di una gabbianella e del gatto (del 1996), che ha avuto un grande successo in tutto il mondo, avvicinando questo grande scrittore anche ai più piccoli. Qui si racconta la storia di Kengah, una mamma gabbiano avvelenata dal petrolio, che riesce ad affidare in punto di morte il proprio uovo al gatto Zorba, strappandogli tre promesse: non mangiare l’uovo, averne cura finchè non si schiude ed insegnare a volare al piccolo.
Invece nel 2001 Rolf de Heer ha realizzato una trasposizione cinematografica de Il vecchio che leggeva romanzi d’amore (pubblicato nel 1989), storia di un uomo anziano che vive da tempo in un angolo dell’Amazzonia, in armonia con le tribù locali e con la natura, che grazie alla lettura di alcuni romanzi inizia a vedere le cose da una nuova prospettiva.
Altri libri cult
La letteratura di Luis Sepúlveda è molto ampia e fare una scelta tra altri titoli cult da rileggere non è facile. Andando in ordine cronologico, ricordiamo per esempio Il mondo alla fine del mondo (1989), in cui troviamo delle forti note autobiografiche: protagonista è, infatti, un esule cileno che si trova ad Amburgo, presso un’agenzia giornalistica collegata con Greenpeace, il quale decide di tornare in terra natia quando scopre che una nave giapponese ha riportato notevoli danni e si trova in acque magellaniche.
C’è poi Patagonia Express. Appunti dal sud del mondo (1995), diario di viaggio di Luis Sepúlveda ricco di personaggi particolari scoperti senza difficoltà nell’eccezionale natura della Patagonia. Assolutamente affascinante!
Si cambia registro in Diario di un killer sentimentale (1998), storia di un killer professionista che cerca di portare a termine il suo nuovo incarico nonostante il suo cuore sanguini per la perdita dell’amata, che l’ha lasciato per un altro uomo.
Da rileggere anche Le rose di Atacama (2000), raccolta di trentacinque racconti con al centro le storie di uomini e donne che hanno in comune la volontà di lottare per i propri ideali e di non piegarsi alle prepotenze.
Invece L’ombra di quel che eravamo (2009) racconta di tre amici, ex sostenitori di Salvador Allende, che si danno appuntamento in un magazzino di Santiago del Cile dopo essere stati convocati dall’anarchico Pedro Nolasco, detto l’Ombra, per compiere insieme un’ultima, audace azione rivoluzionaria.
Come non ricordare infine quello che viene considerato tra i migliori romanzi di Luis Sepúlveda, ovvero La fine della storia (2016): protagonista è Juan Belmonte che, dopo aver combattuto tante battaglie al fianco di Salvador Allende, ha deposto da anni le armi e vive tranquillo in una casa sul mare nell’estremo sud del Cile, insieme alla sua compagna Verònica, che non si è mai completamente ripresa dopo le torture subite all’epoca della dittatura. Questo finché il passato non tornerà a bussare alla sua porta.
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