I Maneskin presentano il loro nuovo album “senza limiti”
Il 19 marzo esce Teatro d'Ira – Vol. I, il nuovo attesissimo album dei Maneskin, freschi vincitori del Festival di Sanremo. Ecco cosa ci hanno raccontato (via Zoom)
Oltre a Sanremo c’è di più e infatti i Maneskin, dopo la vittoria del Festival, sono pronti per farci ascoltare il loro nuovo album Teatro d’Ira – Vol. I, in uscita il 19 marzo. Un lavoro che arriva a tre anni di distanza dal debutto con Il ballo della vita e mette bene in luce la crescita artistica della band, sia a livello testuale che sonoro.
Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan hanno preso una strada ben precisa, verso la costruzione di una identità destinata a diventare nel tempo sempre più solida.
Ne abbiamo parlato direttamente con loro, in collegamento via Zoom.
Un ound più crudo
I Maneskin iniziano a raccontare il loro album partendo dal titolo: «Abbiamo deciso di chiamarlo così per creare un contrasto tra il teatro, che è la collocazione e l’ira, che è il soggetto. Questo per fare capire come il nostro impeto sia da collocare in un luogo dove si possa trasformare in qualcosa di positivo. Si tratta di una ira catartica, che porta a cambiare le cose».
Il discorso passa poi, inevitabilmente, alla loro evoluzione artistica: «Abbiamo cercato di fare questo album senza porre limiti. Un obiettivo derivato dalla nostra maturazione, passata attraverso anche un tour (italiano ed estero) e un periodo londinese. Siamo rimasti influenzati così tanto da tutto ciò da riuscire a capire quale era la nostra forma più naturale. Ai tempi del primo album eravamo più piccoli e non avevamo chiaro ciò che rappresentasse il nostro sound, che ora è più crudo anche in ottica live che è la nostra dimensione naturale».
Anche brani in inglese
La tracklist di Teatro d’Ira – Vol. I comprende sia brani in italiano che in inglese. Il motivo? «Abbiamo deciso di non abbandonare il nostro lato inglese, che fa parte di noi. Poi guardiamo anche all’estero e infatti di recente ci hanno cercato i The Strokes per chiederci di fare un pezzo insieme».
Tra i brani in inglese c’è la dirompente I Wanna Be Your Slave. «Il testo è particolarmente colorito» ammettono – «È un modo per descrivere con crudezza le varie sfaccettature della sessualità delle persone e come esse possono essere influenti nella vita. È una delle prime canzoni che abbiamo scritto a Londra, insieme a For Your Love».
Cosa rispondono a chi sostiene che non siano rock? «Non è nostro interesse incasellarci ed è ovvio che non siamo i Led Zeppelin. Però siamo dei ragazzi che suonano questo tipo di musica con strumenti analogici. Per noi l’importante è che le persone ci ascoltino con orecchie e mentalità aperte».
Eurovision e live
I Maneskin rappresenteranno l’Italia al prossimo Eurovision Song Contest che si terrà a Rotterdam. E pare che per l’occasione abbiano dovuto cambiare parti del testo di Zitti e buoni (vedi alla voce: parolacce): «Non ci ha fatto piacere farlo, ma è stato necessario per rispettare il regolamento e non essere eliminati. Siamo ribelli, ma non stupidi!».
E sottolineano: «Comunque andare all’Eurovision con questo pezzo ci rende orgogliosi e ci dà la possibilità di farci conoscere a un pubblico ancora più ampio».
Intanto aumentano le date del loro prossimo tour italiano. I biglietti per i primi quattro show al Palazzo dello Sport di Roma (14 e 15 dicembre) e al Mediolanum Forum di Assago (18 e 19 dicembre) sono andati esauriti, quindi si è aggiunto un certo live a Milano, previsto per il 22 marzo 2022.
A questi si aggiungono altri concerti: il 20 marzo all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bo), il 26 marzo al PalaPartenope di Napoli, il 31 marzo al Nelson Mandela Forum di Firenze, il 3 aprile al Pala Alpitour di Torino, l’8 aprile al PalaFlorio di Bari e l’Arena di Verona il 23 aprile 2022. E qualcosa ci dice che ben presto saranno tutti sold out.
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