Joe Bastianich a teatro con lo spettacolo Vino Veritas
Nei prossimi mesi Joe Bastianich alternerà il set di MasterChef con il palco teatrale, dove porterà lo spettacolo Vino Veritas
Si intitola Vino Veritas lo spettacolo teatrale che Joe Bastianich porterà sul palco del Teatro Parenti di Milano dal 22 maggio, ogni lunedì, fino ad estate inoltrata (si parla di agosto). “Rimarrò a Milano per girare la nuova stagione di MasterChef, però spero che i feedback del pubblico siano buoni e di portarlo magari, in un secondo momento, anche in altre città italiane” – racconta il noto ristoratore, nonché giudice del talent culinario più amato della tv.
Un titolo, un programma
Lo spettacolo, ideato dallo stesso Joe, mette insieme due delle sue più grandi passioni: la musica e il vino. “La musica è stata la mia salvezza, mi ha sempre portato nei posti giusti. Il vino è un elemento profondo e centrale della mia vita, sia professionale che personale: mi ha trovato un lavoro e mi ha fatto persino conoscere mia moglie. Poi il vino mette allegria e ti fa raccontare tante cose, anche quelle che vorresti tenere nascoste ma che sono alla fine le più vere” – continua Joe che, attraverso le canzoni e i testi scritti da lui, ha intenzione di mettersi a nudo e aprirsi al pubblico raccontando la sua storia. Quest’ultimo verrà accolto da una degustazione dei vini più rappresentativi della Cantina Bastianich e potrà interagire in tempo reale con Joe attraverso i social, lasciando dei messaggi su Facebook e Instagram (Facebook: VinoVeritasJoeBastianich; Instagram:@Vino____Veritas), che potranno essere letti rimanendo però anonimi.
Ingrediente principale della serata sarà comunque la musica: Joe canterà e suonerà la chitarra e sarà accompagnato da Gabrielle Tinelli (chitarra), Lorenzo Ferrari (batteria) e Daniela Savoldi (violoncello).
Chi è Joe Bastianich
Joe è nato a New York, ma ha origini italiane: è infatti figlio di Felice Bastianich e di Lidia Matticchio, anche loro ristoratori.
“L’anno prossimo compirò 50 anni e mi accorgo che sto diventando come mio padre, al quale bastavano avere del cibo e buona musica per fare festa ed essere felice. Mi ricordo ancora quando suonava la fisarmonica nel nostro giardino, giocando un po’ a fare il playboy. Lui aveva una cadillac piena di cose: dopobarba che aveva comprato al confine tra l’ex Jugoslavia e l’Italia, un rosario sullo specchietto, un corno napoletano (anche se non era mai stato a Napoli) e i rami d’olivo che prendeva durante la Domenica delle Palme (non andava mai in chiesa, ma diceva che lo proteggevano)” – racconta – “Io all’inizio avevo preso una strada diversa: sono stato il primo della mia famiglia a laurearmi, ho cominciato a lavorare nel settore americano, poi però ho aperto un ristorante e tutta la mia vita è cambiata. Sono diventato un restaurant man”.
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