31/10/2017

Festa del cinema di Roma: Dakota Fanning, la bambina prodigio è cresciuta

Elena Goretti
A cura di Elena Goretti
Pubblicato il 31/10/2017 Aggiornato il 18/10/2018

Dakota Fanning ha presentato in anteprima mondiale il suo ultimo film Please Stand By e ha raccontato al pubblico di Alice nella città che recitare fin da bambina è stata una grande opportunità, non certo un sacrificio

Dakota Fanning- Festa del cinema di Roma

Dopo Drew Barrymore, è sicuramente Dakota Fanning la bambina prodigio più famosa del cinema americano. Come non ricordarla a 8 anni, con i suoi occhi vispi e i capelli biondissimi al fianco di Sean Penn in Mi chiamo Sam, oppure con Tom Cruise ne La guerra dei mondi o con Robert DeNiro in Nascosto nel buio. Facile capire dunque perché (che di anni ne ha solo 23) sia stata scelta come ospite d’onore per Alice nella città, la sezione che si svolge parallelamente alla Festa del cinema di Roma con i film dedicati ai giovani e al mondo dell’adolescenza.

Per sottolineare ancora di più la sua corrispondenza con il cinema giovanile, si è presentata ai ragazzi delle scuole romane con un leggerissimo abito rosa fucsia della stessa nuance del logo della rassegna. Un caso? Forse no.

Protagonista di un viaggio di emancipazione on the road

A Roma Dakota ha presentato in anteprima mondiale il suo ultimo film Please Stand By degli stessi produttori di Juno, con la regia di Ben Lewin: racconta la storia di Wendy, ragazza con una forma di autismo “ad alto funzionamento” che pur creandole evidenti difficoltà di relazione con gli altri, le permette di svolgere tutte le attività normali in piena autonomia, tanto da spingerla a scappare di casa per andare a consegnare alla Paramount una sceneggiatura per la tv. «Ho incontrato diversi giovani affetti da varie forme di autismo, e ho cercato di farmi dire da loro che vita conducessero, quali fossero le loro passioni, le loro battaglie. E una cosa che ho imparato è che ognuno è unico e diverso dall’altro, e anche Wendy è molto altro oltre alla sua sindrome». Così tanto “altro” da riuscire a partire per un viaggio on the road pieno di sorprese ed emozioni (anche esilaranti!).

Recitare da bambini? Non vuol dire perdere qualcosa, anzi!

Ma guai a chiederle se per recitare fin da bambina teme di aver perso qualcosa della sua infanzia: «Mi irrito molto quando qualcuno allude al fatto che la fama possa aver avuto un impatto negativo sulla mia vita da bambina. Al contrario, mi ha arricchito. Se pensiamo che a 9 anni ho avuto la possibilità di vivere a Mexico City, conoscere una cultura diversa, luoghi e persone diverse. O che a 14 anni ho passato 3 mesi della mia vita a Hong Kong… Non so quante siano le persone che possono affermare la stessa cosa. Quindi io non posso che sentirmi grata di aver avuto la possibilità di seguire la mia passione da una così giovane età e per un numero maggiore di anni. E poi ho una famiglia meravigliosa, amici fantastici che mi fanno rimanere in equilibrio. Anche perché diciamolo: mica sto tutti i giorni a pensare che sono una persona famosa!».