21/09/2019

Vox Lux: come sopravvivere a una strage e diventare una pop star

Veronica Colella Pubblicato il 21/09/2019 Aggiornato il 21/09/2019

Natalie Portman è la protagonista adulta del musical di Brady Corbet che racconta la storia di un’adolescente americana scampata ad una strage insieme alla sorella e trasformata dall’industria discografica in pop star

Vox-Lux

Al cinema è appena arrivato Vox Lux, il musical di Brady Corbet sulla trasformazione di un’adolescente vittima di una sparatoria in diva affamata d’attenzione, interpretata prima da Raffey Cassidy e poi da Natalie Portman.

Il film, presentato l’anno scorso alla Biennale di Venezia, getta una luce inquietante sul culto della celebrità e sul modo in cui l’industria musicale sfrutta l’emotività a suo vantaggio.

Lo spirito del XXI secolo

Il secondo album è sempre il più difficile, ma anche il secondo film non è una passeggiata. Dopo il suo celebratissimo esordio alla regia (L’infanzia di un capo, 2015), Brady Corbet ripete l’esperimento cercando un personaggio che possa rappresentare tutte le ambiguità e le contraddizioni del nostro secolo. Nel primo film, l’incarnazione dell’Europa tra le due guerre era un bambino di sette anni le cui tensioni familiari rispecchiavano quelle che hanno portato all’ascesa del fascismo. Lo spirito del nuovo secolo invece è una principessa viziata in piume e lustrini, incapace di crescere e allo stesso tempo sommersa di responsabilità: come in una fiaba (o un racconto del terrore), la vita di Celeste è raccontata da un Narratore (Willem Dafoe) che commenta in maniera cinica e asciutta gli eventi più importanti della sua storia e della nostra. Sullo sfondo di questo melodramma al neon ci sono tutte le tragedie che hanno reso quest’epoca un’elaborazione del lutto a ciclo continuo, dal massacro della Columbine all’11 settembre.

La trama

Nel 1999, le sorelle Elle (Stacy Martin) e Celeste Montgomery (Raffey Cassidy) sopravvivono alla sparatoria che ha decimato i loro compagni di scuola. Per aiutarla ad elaborare il trauma, Elle – che delle due è il vero talento – coinvolge Celeste nella composizione di una canzone da cantare all’elegia funebre per gli studenti uccisi. La loro esibizione, diligentemente ripresa dalle telecamere, viene notata dal manager di una casa discografica (Jude Law), che ne fa una hit di successo. In questo primo atto, Elle rimane nell’ombra mentre Celeste diventa il simbolo di una nazione in lutto e viene travolta da due intensi anni di tour, registrazioni e servizi fotografici, cambiando radicalmente stile di vita da adolescente timida e religiosa a viziatissima reginetta del pop. La storia riprende nel 2017, mentre una Celeste ormai adulta (Natalie Portman) prepara il suo ritorno sulle scene tra isterismi e fragilità. Immatura, insofferente e con una seria dipendenza da antidolorifici, Celeste si prende cura al meglio delle sue possibilità della figlia Albertine (interpretata sempre da Raffey Cassidy) e della sorella Elle, a cui l’ha affidata quando si è resa conto di non essere tagliata per il ruolo di madre. Il suo “tour della rinascita” si tramuta in incubo quando un gruppo di terroristi commette una strage a Brac, in Croazia, indossando maschere ispirate al suo video più famoso e costringendola a dirottare tutte le conferenze stampa sull’unico argomento che non avrebbe mai più voluto toccare.

La colonna sonora

L’accostamento tra musica pop e violenza di massa funziona anche grazie alle canzoni originali di Sia. Brady Corbet sapeva di non poter rendere la sua storia credibile senza l’appoggio di chi questa musica la scrive e la produce e Sia è una delle poche artiste in grado di fare praticamente tutto. Si è costruita un piccolo impero scalando le classifiche con singoli come Breathe me e Chandelier, ma ha sfornato anche hit per conto di Beyoncé, Rihanna, Katy Perry, Adele, Kylie Minogue, Kanye West e Britney Spears. Un curriculum infinito, che l’ha resa la partner perfetta da affiancare al compositore avanguardista Scott Walker, recentemente scomparso.