05/03/2025

Serie tv: su Netflix è arrivato Il Gattopardo

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 05/03/2025 Aggiornato il 05/03/2025

È disponibile su Netflix l'attesa serie evento Il Gattopardo, con Kim Rossi Stuart nei panni del Principe di Salina. Al suo fianco Benedetta Porcaroli, Deva Cassel e Saul Nanni

Il Gattopardo - serie tv - Netflix

Il Gattopardo, romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, è entrato nell’immaginario collettivo anche grazie alla sua trasposizione cinematografica del 1963 firmata dal maestro Luchino Visconti. Ora questo capolavoro della letteratura è diventato una serie tv (prodotta da Indiana Production e Moonage Pictures) disponibile dal 5 marzo su Netflix.

Inutile dire che l’attesa è tanta, ma vi assicuriamo che non verrà delusa e questo grazie in primis a un Kim Rossi Stuart perfetto nel ruolo di Don Fabrizio Corbera, l’indimenticabile Principe di Salina. Accanto a lui Benedetta Porcaroli (che interpreta la figlia Concetta), Deva Cassel (nei panni dell’iconica Angelica) e Saul Nanni (in quelli di Tancredi). C’è da dire che il cast de Il Gattopardo è piuttosto numeroso e vanta tanti attori di grande talento come Paolo Calabresi (Padre Pirrone), Francesco Colella (Don Calogero Sedara), Astrid Meloni (Maria Stella Corbera di Salina), Francesco Di Leva (Russo), Roberta Procida (Mariannina) e Margareth Made’ (Bastiana), solo per citarne alcuni. Il regista Tom Shankland ha diretto quattro episodi (1-2-3-6), mentre Giuseppe Capotondi ha firmato il quarto e Laura Luchetti il quinto.

Altre cose da sapere sulla serie

La serie è stata scritta da Richard Warlow, che ne è anche creatore ed executive producer, insieme a Benji Walters.

Importanti da citare il direttore della fotografia Nicolaj Bruel, i costumisti Carlo Poggioli ed Edoardo Russo, lo scenografo Dimitri Capuani e Paolo Buonvino, autore delle musiche originali, che hanno contribuito e non poco a rendere questa serie-evento affascinante.

Fondamentali sono state anche le location in cui è stata girata: Palermo, Siracusa, Catania, Torino e Roma.

Per fare entrare nel mood de Il Gattopardo, la première mondiale della serie si è tenuta al Teatro dell’Opera di Roma dove, ad accogliere gli ospiti, c’è stata una parata di 100 Garibaldini.

Dal romanzo alla fiction

Ci troviamo in Sicilia, durante i moti del 1860. Don Fabrizio Corbera, Principe di Salina, conduce una vita intrisa di bellezza e privilegio. Però l’aristocrazia siciliana si sente minacciata dall’unificazione italiana, e Fabrizio si rende conto che il futuro della sua casata e della sua famiglia è in pericolo. Per non soccombere, sarà costretto a stringere nuove alleanze, anche se questo significherà andare contro ai suoi principi, fino a trovarsi di fronte ad una scelta che pare impossibile. Don Fabrizio avrà il potere di organizzare un matrimonio che salverebbe il futuro della sua famiglia ovvero quello tra la ricca e bellissima Angelica e suo nipote Tancredi, ma facendolo spezzerebbe il cuore della sua adorata figlia Concetta.

La parola al regista Tom Shankland

«A ogni livello, volevamo che Il Gattopardo risultasse autentico. Sono stato fortunato ad avere alcuni degli attori più straordinari. Kim Rossi Stuart si è immerso profondamente nel ruolo del Principe, trovando il suo potere silenzioso, le sue vulnerabilità, le esatte sfumature della sua voce – un accento che a volte può inclinarsi verso il siciliano, ma che è anche radicato nella nobile eredità del Principe. Kim si è anche sottoposto a una trasformazione fisica per incarnare quel ‘toro d’uomo’ di cui scrive Tomasi di Lampedusa. Tutti hanno lavorato duramente per far sì che il paesaggio umano risultasse il più emotivamente e culturalmente specifico possibile. Sono entusiasta di tutte le interpretazioni e dell’incredibile impegno che gli attori hanno messo nel progetto,» – ha raccontato Tom Shankland – «Sul set, il mio approccio è quello di arrivare sapendo quale deve essere il focus e il punto di vista di una scena, ma anche di essere curioso di ogni personaggio, per quanto marginale possa sembrare. Per me, la mise en scène acquista più verità e profondità se ogni elemento appare vivo. Ogni essere umano ha una realtà e un punto di vista. Che i nostri attori fossero protagonisti della scena o anche solo sullo sfondo, potevo sempre contare su ogni volto e voce per essere vivi e autentici.»

E aggiunge: «Volevamo sempre trasportare il pubblico in panorami epici così come nei momenti più intimi. Il Principe, nel romanzo e negli script di Richard, a volte riesce a vedersi nel Grande Disegno della Storia, prima di essere risucchiato da preoccupazioni immediate e intime. Tramonti, balli, parate, l’arrivo di Garibaldi – ho amato la possibilità di passare da una grande visione panoramica dei cambiamenti drammatici a un primo piano intenso su un volto. Questi personaggi sono così sfaccettati e psicologicamente coinvolgenti che volevo che la macchina da presa portasse il pubblico il più vicino possibile alle loro emozioni.

Non potrei essere più orgoglioso del lavoro incredibile del nostro cast e della nostra troupe, e sono entusiasta all’idea che il pubblico possa riscoprire la magia di questo straordinario romanzo.»