09/10/2022

Rosaline: l’amore di Romeo e Giulietta visto dalla “ex”

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 09/10/2022 Aggiornato il 09/10/2022

È in arrivo il nuovo film della Disney, che riprende la storia degli innamorati veronesi dal punto di vista di Rosaline, precedentemente amata da Romeo (e decisa a non rassegnarsi)

Rosaline - Disney+

Tutti conoscono la storia d’amore fra Romeo e Giulietta, ma pochi hanno sentito parlare di Rosaline, cugina di Giulietta. Nell’opera di Shakespeare è solo nominata ed è la fanciulla di cui Romeo era innamorato (ma non corrisposto) prima di conoscere Giulietta alla famosa festa in maschera.

Rosaline è la protagonista del nuovo film di produzione Disney “Rosaline, la vera storia di Romeo e Giulietta”, con la regia di Karen Maine, in uscita contemporanea in tutto il mondo il 14 ottobre (in Italia su Disney+).

Ne abbiamo parlato con Nino Graziano Luca, fondatore, presidente e direttore artistico della Compagnia nazionale di Danza Storica: il maestro e il suo corpo di ballo sono stati coinvolti nel progetto con uno spazio di grande prestigio, la realizzazione delle due coreografie di danza presenti nel film. Il racconto si inserisce nel filone di rilettura dei grandi classici della letteratura, oggi sulla cresta dell’onda

Ci racconta il progetto Rosaline?

È la rivisitazione in chiave fresca, comica, giovane e allegra della vicenda dei due innamorati veronesi, osservata dal punto di vista di Rosaline, interpretata dall’attrice Kaitlyn Dever. Il film è un adattamento del romanzo di Rebecca Serle “Io, Romeo & Giulietta”, in cui Rosaline è innamorata di Romeo, si sente tradita quando lui sceglie la cugina ed è disposta a tutto pur di riprenderselo.

Che spazio ha la danza nel racconto?

Walt Disney ha sempre dato importanza al ballo nei suoi film. Basta pensare a Topolino, che ballava già negli anni Trenta, a La Bella e la Bestia o alle atmosfere evocate dalle coreografie nel film Fantasia. Qui la danza non è solo emozione visiva, ma ha un ruolo nello sviluppo narrativo. La regista voleva qualcosa di moderno: così ho creato due coreografie in forma di musical, su brani pop contemporanei, che però riprendono linee, pose e movimenti della tradizione coreografica rinascimentale italiana, descritte nei trattati e nei testi di danza del Quattrocento e Cinquecento e riproposte con rigore filologico. Erano danze di gruppo, in cui tutte le coppie si muovevano eseguendo lo stesso disegno. I produttori ne sono stati entusiasti.

Dove avete girato?

Le coreografie, con 16 danzatori (8 ragazze e 8 ragazzi), sono state girate in una scenografia spettacolare: le vestigia archeologiche della Villa dell’imperatore Adriano a Tivoli, patrimonio dell’Unesco. La mia gioia e la mia gratitudine nascono anche dal fatto che, in questo progetto, “America chiama Italia”: una produzione cinematografica tanto prestigiosa, infatti, riconosce, celebra e mostra al mondo intero l’arte, la cultura, la tradizione e la storia italiana. Nel film compaiono anche altre location famose del nostro Paese, per ora top secret.

Qual è il messaggio del film?

Come il romanzo della Serle da cui è tratto, è un film per un pubblico adolescenziale, ma sviluppa anche temi di interesse universale. Mostra che è importante fare delle scelte nella vita, come Rosaline decisa a non rinunciare al suo Romeo, e che talvolta l’amore può non essere sbagliato, anche se pare che non ci sia alcuna chance di conquistare la persona amata. Insomma, insegna che vale la pena credere sempre nell’amore.