04/01/2021

La stanza: non perdete questo thriller raffinato, tutto italiano

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 04/01/2021 Aggiornato il 04/01/2021

Dal 4 gennaio è disponibile su Amazon Prime Video il film La Stanza, un thriller di Stefano Lodovichi con Guido Caprino, Camilla Filippi e Edoardo Pesce

La stanza

Le sale continuano a rimanere chiuse, ma il cinema non si ferma trovando nuove “case”. E così ecco arrivare su Amazon Prime Video (piattaforma leader in costante crescita) un altro bel film italiano: si tratta de La Stanza di Stefano Lodovichi, che sarà disponibile dal 4 gennaio.

Il terzo cortometraggio di questo talentuoso regista (che ha diretto anche serie tv di successo come Il cacciatore e Il processo) è un thriller psicologico molto raffinato e dal sapore internazionale, ma con un cast tutto italiano composto da ottimi attori come Guido Caprino, Camilla Filippi e Edoardo Pesce.

Un piccolo gioiello che merita di essere visto.

Una trama intrigante

È una mattina piovosa e Stella, indossando un abito da sposa, è sul cornicione della finestra della sua camera con l’intenzione di buttarsi e farla finita. Poi però, all’improvviso, qualcuno suona il campanello con una certa insistenza e così la giovane donna è costretta a scendere. Alla porta trova Giulio, un uomo che sostiene di avere prenotato una stanza. Stella gli spiega che loro non affittano da parecchio tempo e che ci deve essere stato un errore, ma lui insiste dicendo che anche Sandro, suo (ex) marito, sa tutto. Così decide di farlo entrare e nota che Giulio si comporta in modo strano, come se la conoscesse già. Avvisa con un messaggio Sandro e, quando lui arriva, l’ospite inizia a scoprire le sue carte.

La parola al regista e ai protagonisti

«L’idea del film nasce circa tre anni fa, da un progetto documentario sugli Hikkikomori (i ragazzi che si chiudono in casa e si escludono dalla vita) che si intitolava Chiusi in casa’ Poi a questo ho unito delle componenti autobiografiche, legate alle tematiche familiari che sono diventate un nodo centrale della narrazione. La mia terapia personale è fare film che facciano superare dei traumi» – spiega il regista Stefano Lodovichi, che sulla messa in scena dice: «Ho studiato storia dell’arte e quindi pongo una certa attenzione allo studio dell’immagine, ogni inquadratura è studiata. In questo il lavoro sulla casa, che abbiamo disegnato e poi realizzato in un teatro di posa, è stato fondamentale».

E aggiunge: «Il film è stato girato in 17 giorni ed è stato tosto, ma è andato tutto bene anche a livello di sicurezza sul set».

«17 giorni sono pochissimi, ma quando ho rivisto il film ho capito che non avrei retto di più» – ammette Camilla Filippi – «Per il ruolo di Stella ho messo mano a tutto il dolore della mia vita e stavo male anche quando tornavo a casa. Però scavare nel dolore e trovare una utilità ad esso è una cosa che alla fine alleggerisce. In questo siamo stati guidati da Stefano, che ha sempre avuto una visione chiara, lasciandoci una certa libertà pur tenendoci stretti».

«Ho amato il personaggio di Giulio, perché sentivo in lui un grande bisogno di riscatto» – dice invece Guido Caprino – «Poi la non banalità di un ruolo dipende dalla scrittura, noi attori diamo solo un colore ad esso, non ci inventiamo nulla a parte metterci le viscere e l’amore per questo lavoro».