11/02/2024

Film tv: Leo Gassmann è Califano

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 11/02/2024 Aggiornato il 11/02/2024

Va in onda domenica 11 febbraio, in prima serata su Rai1, il film tv Califano che racconta la storia dell'indimenticabile cantautore interpretato da Leo Gassmann

Califano - Leo Gassmann

Durante il 74esimo Festival di Sanremo sono state presentate varie fiction targate Rai, tra cui Califano, biopic dedicato al grande cantautore che ci ha lasciato circa undici anni fa. Un vero poeta, che ha scritto canzoni entrate nella storia della musica italiana da Tutto il resto è noia a Un’estate fa, da Un tempo piccolo a Minuetto (portata al successo da Mia Martini). A interpretarlo sul piccolo schermo è Leo Gassmann, al suo debutto come attore, che è quindi tornato sul palco del Teatro Ariston (dove nel 2020 ha vinto tra le Nuove Proposte) ma in una veste diversa. Una veste in cui, ne siamo sicuri, ci sorprenderà (d’altra parte è nipote del grande Vittorio Gassman e figlio degli attori Alessandro Gassmann e Sabrina Knaflitz).

Califano andrà in onda su Rai1, in prima serata, domenica 11 febbraio.

Tratto dal libro Senza manette scritto da Franco Califano con Pierluigi Diaco (edito da Mondadori 10) il film tv (una produzione Greenboo Production, in collaborazione con Rai Fiction) è diretto da Alessandro Angelini. Nel cast, accanto a Leo Gassmann, troviamo Giampiero De Concilio, Valeria Bono, Andrea Ceravolo, Angelica Cinquantini, Angelo Donato Colombo, Jacopo Dragonetti, Andrea Duroni, Rosa Palasciano, Antonio Perna, Celeste Savino, Tiziano Scirè, Simone Spinazzè.

Gli anni della giovinezza

Siamo al Teatro Parioli di Roma, nel 1984. Mille spettatori attendono che salga sul palco Franco Califano. Lui intanto è nel camerino in attesa di quella che sarà la serata più importante della sua vita: d’ora in avanti basta cavolate, sarà il miglior Califano possibile. Però, di lì a poco, sei uomini in divisa faranno irruzione nel camerino, gli metteranno le manette ai polsi e lo faranno sfilare davanti al suo pubblico esterrefatto.

La narrazione quindi si sposta nel 1961, sempre a Roma. Franco ha 22 anni, vive con la madre e il fratello, è orfano di padre, scrive poesie e sogna la Dolce Vita. Conosce Antonello Mazzeo, amico che gli resterà fedele per tutta la vita e Rita, suo primo amore, con la quale si sposa e da alla luce la sua unica figlia. Però a Franco questa vita ordinaria va stretta e così, nel 1963, abbandona tutti e tutto per trasferirsi a Milano, a casa di Edoardo Vianello. Qui inizia a scrivere canzoni, frequentare molte donne, a consumare droga e a fare amicizie importanti come quelle con Gianni Minà e Ornella Vanoni. Ha successo come autore e scout, senza mai abbandonare alcune sue fragilità che nel 1968, al culmine di una depressione, lo portano a trascorrere qualche mese in una clinica per disintossicarsi dalla cocaina. Lui però è un tipo determinato e ricomincia da zero: torna a scrivere successi (tra i quali Minuetto interpretato da Mia Martini), fonda l’Apollo Records con Edoardo Vianello, scommette sui Ricchi e Poveri (che porta a Sanremo) e nel frattempo si innamora di Mita Medici. Però tutto questo non è destinato a durare: torna a sentirsi in gabbia, si allontana da Mita e poi viene arrestato per droga.

Il carcere è un colpo di grazia, ma anche una preziosa occasione di rinascita. Franco riesce ad ottenere i domiciliari e grazie all’aiuto del grande amico Mazzeo scrive ed incide l’album Impronte Digitali, la sua più grande eredità, il suo grande riscatto.

La parola a Leo Gassmann

«Di Franco Califano conoscevo le canzoni più famose e alcune vicende della sua vita, come tutti i miei coetanei. Grazie a questo progetto, costruito da persone che gli volevano bene, ho avuto la possibilità di conoscere un grande essere umano e di mettere in luce ciò che non è mai stato raccontato» – ha spiegato Leo Gassmann durante la conferenza stampa. Come si è preparato a questo ruolo? «Prima c’è stata la preparazione teorica, con la lettura di libri e le testimonianze di chi gli è stato vicino, poi c’è stata quella fisica (ho perso 6 kg in poco tempo cambiando alimentazione e andando in palestra sei giorni su sette). Però non è stato difficile, quando si fa ciò che si ama la fatica non si sente».

Inevitabili le domande sul suo essere figlio e nipote nell’arte della recitazione: «Le mie radici sono fondamentali nel mio percorso, credo sia importante ricollegarsi ad esse e continuare una tradizione che va avanti da generazioni. È una responsabilità e al tempo stesso una grande gioia».

Quindi ci dobbiamo aspettare che, oltre alla carriera di cantante, porterà avanti anche quella di attore? «Sì, questo è per me un nuovo inizio, che avrà binari paralleli alla musica».