18/01/2020

Cinema: Richard Jewell, l’eroe bistrattato di Eastwood

Veronica Colella Pubblicato il 18/01/2020 Aggiornato il 18/01/2020

La storia appassionante dell'eroe che sventa un attentato ma viene accusato ingiustamente, nella versione di Eastwood contiene però qualche forzatura e qualche omissione

Richard Jewell

Clint Eastwood torna al cinema con Richard Jewell, nelle sale dal 16 gennaio. Il film riprende il filone dell’eroismo quotidiano già esplorato con Sully (2016), ma toccando questa volta l’argomento – mai così scottante – dell’enorme responsabilità dei media nell’influenzare l’opinione pubblica.

Una grande tragedia americana

Il caso di Richard Jewell, scomparso nel 2007 per un attacco di cuore, è ancora fonte di imbarazzo sia per i giornalisti che per l’FBI. Celebrato come un eroe per aver sventato una tragedia, è stato poi messo alla gogna dalla stampa dopo una fuga di notizie che lo vedeva come principale sospettato.  Clint Eastwood ha definito la sua storia una “grande tragedia americana”, cercando ostinatamente di portarla al cinema per cinque anni come atto d’accusa nei confronti di media e istituzioni, troppo superficiali nel gestire informazioni delicate come quelle che riguardano indagini in corso. 

Peccato che per abbellire la storia anche l’anziano regista abbia forzato un po’ la verità, trasformando la reporter autrice dello scoop nello stereotipo della donna intrigante disposta a sedurre in cambio di informazioni.

Un colpo basso nei confronti della vera Kathy Scruggs, morta nel 2001 senza mai rivelare l’identità della sua fonte e affrontando a testa alta le sue responsabilità (nonché quelle di colleghi e editori) nella vicenda.

Cosa racconta

Siamo nel luglio del 1996, periodo in cui la città di Atlanta ospita le Olimpiadi. Richard Jewell (Paul Walter Hauser), guardia di sicurezza dell’AT&T in servizio durante un concerto al Centennial Park, si accorge della presenza di uno zaino abbandonato sotto a una panchina e avverte immediatamente le autorità. La sua intuizione si rivela preziosa per salvare centinaia di innocenti, dal momento che in quel parco ci sono tre ordigni pronti a esplodere. Per un uomo volenteroso ma impacciato, che ha sempre sognato di fare il poliziotto, è l’occasione per dimostrare finalmente il suo coraggio. Grazie a lui l’attacco causerà 111 feriti ma soltanto due morti: la spettatrice Alice Hawthorne e un cameraman colpito da infarto, Melih Uzunyol. Purtroppo per Jewell, i suoi 15 minuti di celebrità si trasformano ben presto in un vero inferno: l’agente dell’FBI Tom Shaw (Jon Hamm, il Don Draper di Mad Men) inizia a sospettare di lui e la reporter Kathy Scruggs (Olivia Wilde) rende pubblica la notizia, scatenandogli contro l’intera America. L’idea è che Jewell – fortemente sovrappeso, timido e ancora in casa con sua madre (Bobi, interpretata da una Kathy Bates in splendida forma) – abbia inscenato l’attentato per realizzare le sue fantasie eroiche. Per difenderlo, l’avvocato indipendente Watson Bryant (Sam Rockwell) dovrà prima di tutto convincere l’ingenuo Richard a non fidarsi delle persone che non hanno davvero a cuore la sua innocenza.

Chi era il vero colpevole

Alcuni critici, tra cui il magazine online Vulture, hanno bocciato il film per non aver approfondito a sufficienza l’identità del vero colpevole della vicenda, Eric Rudolph, un ex-militare vicino agli ambienti del suprematismo bianco e dell’estremismo religioso. Eastwood ha preferito non diluire la narrazione, concentrandosi sulle gravi ingiustizie subite da Jewell, ma la figura di Rudolph è particolarmente rilevante nel dibattito attuale sul terrorismo negli Stati Uniti. La mancata strage di Atlanta avrebbe dovuto punire la società americana per essersi piegata alle “abominevoli” influenze progressiste, rendendo legale l’aborto. Se l’attentato del 7 luglio è stato sventato dalla prontezza di Jewell, i successivi attacchi di Rudolph hanno avuto più successo. Per assicurarlo alla giustizia ci sono voluti cinque anni di indagini e un errore dovuto alla fame, che l’ha spinto ad abbandonare il suo nascondiglio tra i boschi della Nord Carolina.