Bullet train: non c’è pace per il sicario Brad Pitt
Arriva nelle sale il film d’azione corale di David Leitch, adrenalinico e poco impegnativo. Nel cast Brad Pitt, Sandra Bullock, Aaron Taylor-Johnson, Brian Tyree Henry e Joey King
Che Bullet Train sarebbe stato gloriosamente caotico si intuiva già dalle premesse. Prendi sette criminali – tra killer su commissione, gangster, ladri e una maniaca del rosa priva di senso morale – e mettili su uno Shinkansen, un treno-proiettile lanciato a trecento all’ora tra Tokyo e Kyoto, ognuno con i suoi obiettivi.
Il film diretto da David Leitch è ispirato al romanzo I sette killer dello Shinkansen di Kōtarō Isaka (Einaudi), ma con qualche libertà creativa (soprattutto sul finale).
Molta adrenalina, poca trama
Audace e originale sì, ma non particolarmente brillante. Chi lo ha già visto al Locarno Film Festival ne ha apprezzato il senso dell’umorismo ma non la sceneggiatura di Zak Olkewicz, giudicata dalla critica troppo contorta e confusionaria.
Vale comunque la pena di vederlo al cinema per godersi l’adrenalina e i toni pulp che piaceranno ai fan di Tarantino. E naturalmente per Brad Pitt, nome in codice Ladybug (Coccinella). Un sicario perseguitato dalla sfortuna che dopo un ritiro spirituale riprende il suo lavoro predicando pace e amore, nonostante le perplessità del suo capo (Maria Beetle, ovvero Sandra Bullock).
Una missione apparentemente tranquilla – tutto quello che deve fare è recuperare una valigetta – che diventa complicata quanti più criminali affollano gli stessi, ridottissimi, spazi. Dai fratelli assassini Tangerine e Lemon (interpretati da Aaron Taylor-Johnson di Kick-Ass e Brian Tyree Henry di Atlanta) al gangster Kimura (Andrew Koji), ricattato dalla terribile e minuta Prince (Joey King), passando per il sicario Hornet (Zazie Beets di Deadpool 2) e per lo yakuza Elder (Hiroyuki Sanada). Giusto per non farsi mancare niente, Ladybug dovrà vedersela anche con Wolf (il rapper Bad Bunny), criminale messicano in cerca di vendetta.
Nel cast anche Michael Shannon, Channing Tatum, Ryan Reynolds, Masi Oka e Karen Fukuhara di The Boys, per lo spazio di un cameo.
La chiusura di un cerchio
Lo stile di combattimento di Ladybug riflette la sua personalità, quella di un sicario che ha visto la luce, fresco di terapia e crescita personale, un uomo che potendo eviterebbe lo scontro a tutti i costi. Prendendo ispirazione da Jackie Chan e Buster Keaton, le sue coreografie sono fatte in larga parte di tattiche evasive e difensive, eseguite da Brad Pitt senza l’aiuto di una controfigura. Un risultato di cui David Leitch non può che essere orgoglioso, sia come regista che come ex-stuntman. I due si sono conosciuti proprio sul set di Fight Club (1999), quando Leitch lo sostituiva nelle scene più brutali. Negli anni hanno continuato a lavorare insieme e sono diventati amici, ritrovandosi infine nei ruoli di attore e regista in quella che Pitt ha definito “una bellissima simmetria”.
Tutta colpa della keto
Meno fortunato con gli stunt il collega Aaron Taylor-Johnson, che complice un calo di zuccheri è riuscito a centrare cadendo l’unico angolino non protetto della stanza, ricavandone un taglio sulla mano e uno svenimento (ma come ha detto a Variety ne è valsa la pena). Dopotutto non è il primo a rompersi qualcosa pur di non sfigurare davanti a Leitch: ai tempi di Atomica Bionda (2017), Charlize Theron era così presa dagli allenamenti che si fratturò due denti per aver stretto le mascelle troppo forte.
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