09/10/2020

Cosmetici contraffatti: come riconoscerli in 5 mosse

Simona Lovati
A cura di Simona Lovati
Pubblicato il 09/10/2020 Aggiornato il 09/10/2020

Danneggiano l'economia e sono pericolosi anche per la pelle perché possono provocare sensibilizzazioni e allergie. Ecco il vademecum del Ministero della Salute per non farsi ingannare

Shot of a collection of makeup

Nel Belpaese il dato più aggiornato è un ammanco nella vendita di cosmetici e prodotti per la cura della persona pari a 225 milioni di euro dovuto all’acquisto di referenze fake. Una cifra che si attesta intorno ai 9,6 miliardi di euro in tutta l’Unione Europea. A rivelarlo è la relazione 2020 dell’Ufficio europeo per la proprietà intellettuale (Euipo – European Union Intellectual Property Office) sulla violazione dei “diritti d’autore”. Oltre all’evidente danno economico, i cosmetici contraffatti possono arrecare danni al benessere della nostra pelle, a causa di processi produttivi non conformi alle leggi vigenti e all’utilizzo di materie prima di scarsa qualità, che possono generare arrossamenti, sensibilizzazioni e allergie.

Per merce contraffatta si intende il prodotto, incluso l’imballaggio, su cui sia stato apposto senza autorizzazione un marchio commerciale identico a uno validamente registrato per lo stesso tipo di referenza o comunque un marchio che non può essere distinto nei suoi aspetti essenziali.

Fake? No, grazie

Il Ministero della Salute ha stilato un semplice vademecum per aiutare i consumatori a riconoscere il falso dall’originale, in virtù del fatto che uno skincare contraffatto può non essere riconoscibile nell’immediato.

  • Il prezzo di vendita è decisamente inferiore (specie se si tratta di brand famosi).
  • Il canale di distribuzione non è quello ufficiale (per esempio nel caso degli ambulanti).
  • L’etichettatura deve riportare alcune indicazioni fondamentali: la funzione del cosmetico se non è deducibile dal packaging, le istruzioni d’uso, eventuali restrizioni legate ad alcuni ingredienti e il PaO (period after opening), cioè la durata del soin dopo la prima apertura.
  • Sull’etichetta deve essere leggibile il nome e la sede legale dell’azienda produttrice se risiede all’interno dell’Unione Europea. Se il produttore è extra-europeo occorre citare anche il Paese d’origine.
  • Secondo il regolamento europeo 1223/2009, il cosmetico deve potere essere rintracciabile sotto ogni aspetto della catena produttiva per tre anni consecutivi (distributori compresi).