14/05/2021

Yoga in gravidanza

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 14/05/2021 Aggiornato il 14/05/2021

Una pratica dolce e consapevole può accompagnare senza alcun timore tutto il periodo della gestazione, regalando importanti benefici psicofisici alla futura mamma e al feto e predisponendo a un travaglio più dolce e sereno

yoga in gravidanza

Chi crede che lo yoga non sia adatto in gravidanza, forse pensando a certe tenute spettacolari e pose acrobatiche che tutte guardiamo con invidia e stupore, commette un errore gravissimo. L’insegnante Francesca Cassia smentisce questa falsa credenza, spiegando per quali motivi, al contrario, la pratica è vivamente consigliata fino all’ultimo giorno di gestazione, per i benefici che porta a mamma e bebé durante i nove mesi di attesa e per quelli che assicura alla puerpera durante il travaglio, il parto e il successivo recupero.

Nella sua versione prenatale lo yoga, che è una disciplina basata su un grande ascolto di sé, crea una connessione molto profonda con il proprio bimbo e porta benefici ad entrambi.

Puntare sulla respirazione

In gravidanza la pratica dello yoga pone un forte accento sul pranayama, il lavoro di respirazione, che migliora l’ossigenazione della mamma e del feto, favorisce l’eliminazione delle tossine di entrambi e riduce quella sensazione di affanno respiratorio che, soprattutto nelle ultime settimane, la pressione del bebé sul diaframma provoca a molte gestanti. Non solo. Abituarsi a respirare in modo profondo e controllato è utilissimo anche in vista del travaglio, sia per imparare a gestire meglio le emozioni e il dolore, sia per assecondare ed eseguire meglio le spinte durante il parto, salvaguardando la zona del perineo.

Maggiore elasticità

Nel corso della gestazione, la futura mamma è particolarmente elastica e quindi agevolata nell’esecuzione degli asana. Si privilegiano quelli privi di appoggio sull’addome e vengono esclusi quelli che comportano inarcamenti del dorso, che potrebbero procurare fastidi al muscolo retto addominale, già sottoposto a forte tensione a causa del pancione. Si evita anche il lavoro in apnea, per non interrompere l’ossigenazione del feto. Con queste precauzioni, praticare lo yoga previene e contrasta i disturbi legati alla ritenzione e rinforza la muscolatura in modo armonioso, dando sostegno alle articolazioni, al pancione e alla colonna vertebrale: in pratica, aiuta la mamma ad adattarsi alle modifiche del corpo e ai cambiamenti posturali, riducendo i fastidi alla schiena che spesso accompagnano i nove mesi della gestazione. Ad esempio la posa del Piccione si può eseguire fino all’ultimo giorno di gravidanza e dà grande sollievo contro la sciatalgia.

Gli asana più indicati

Molti esercizi yoga, come Aswini mudra o Mula bandha, lavorano poi sul pavimento pelvico, regalandogli il giusto tono e la giusta elasticità: si tratta di un allenamento efficacissimo anche nel recupero post partum. Infine, non lo crederete, ci sono pose in inversione come il Cane a testa in giù o il Mezzo ponte che si rivelano utilissime quando il bimbo è in posizione podalica, perché creano uno spazio maggiore nella cavità addominale e aumentano la possibilità che si giri da solo prima di venire al mondo.