22/11/2024

Yoga: cura la cervicale con una torsione semplificata

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 22/11/2024 Aggiornato il 22/11/2024

Una versione semplificata della posa del Signore dei Pesci aiuta a riallineare, rilassare e mobilizzare la zona del collo, contrastando rigidità e dolori localizzati

okCHARLOTTE LAZZARI BY MARGHERITA CENNI

Nello yoga c’è una posa in torsione, chiamata Ardha Matsyendrasana (la posa del Signore dei Pesci), che noi donne conosciamo perché ha grandi potenzialità linfodrenanti e detox. Ma la sua efficacia è legata anche alla zona cervicale e, in particolare, alla prevenzione e alla cura dei fastidi che la affliggono: per questo l’insegnante Francesca Cassia ce ne presenta una variante semplificata, che si basa su una torsione meno pronunciata ed è quindi accessibile facilmente a tutte.

Il Signore dei Pesci è perfetto per allineare la porzione cervicale della colonna vertebrale ed ha effetti benefici sui muscoli, quindi sulla salute e sul benessere.

Perché è efficace

L’area del collo è spesso soggetta a tensioni, irrigidimenti e dolori, che sono provocati sia dalle cattive posture sia dallo stress e che procurano disturbi di varia entità, come blocchi, cervicalgie e cefalee. L’esperta insegna che questa torsione semplificata ha il pregio di portare il praticante a muovere correttamente le vertebre cervicali, a riallinearle e a rilassare i muscoli coinvolti nelle contrazioni del collo e delle spalle, come il trapezio o l’elevatore della spalla. Contrastando le tensioni di questa zona, l’irrorazione sanguigna e l’ossigenazione migliorano, l’infiammazione si riduce, i dolori si calmano. Tutte le torsioni hanno il potere di riequilibrare il sistema nervoso, ma quelle che coinvolgono il collo sfruttano la presenza di una fitta rete di nervi appartenenti al sistema nervoso cosiddetto parasimpatico, correlato specificamente con il relax e la calma.

Come si esegue

Rispetto all’asana completa del Signore dei Pesci, in questa versione più facile siete sedute al suolo, con una gamba tesa e l’altra che si piega, si accavalla e arriva con la pianta del piede a posarsi a terra al di là della coscia. A questo punto il busto esegue una torsione nella direzione della gamba piegata e la testa segue il movimento di avvitamento, con lo sguardo che va oltre la spalla. Attenzione, il mento tende verso il basso e il capo non si solleva. La tenuta della posa si esegue da entrambi i lati e ha una durata di 5-6 atti respiratori completi.

L'esperto consiglia

I maestri yogi insegnano che l’asana ha anche un significato metaforico perché, a livello emotivo, rappresenta la capacità di superare il passato: girando la testa e guardando dietro alla spalla, infatti, si guarda e si riconosce il proprio vissuto, lasciando andare tutto ciò che non serve più.