Yoga: combatti il mal di schiena con l’asana della Pinza
Fisiatri e fisioterapisti non cessano di ripeterci che uno dei presupposti per avere una schiena sana ed efficiente è costruire intorno alla colonna vertebrale un supporto muscolare, in cui esista un gioco bilanciato di tensioni reciproche fra i vari muscoli. Non devono esserci anomale tensioni né eccessivi rilassamenti, ma un “corsetto” che sostenga la schiena e mantenga la postura corretta, ma che sia anche in grado di lasciarla flettere in modo elastico e sciolto quando serve.
Il nostro stile di vita ci porta spesso a maltrattare la schiena, a farle assumere posizioni innaturali, a causarle blocchi e rigidità: serve un “pronto soccorso” che lo yoga può fornirci.
Perché funziona
L’insegnante Francesca Cassia spiega che basta una posa yoga come quella della Pinza (Pashimottanasana), eseguita in modo “aperto”, per allenare correttamente la schiena e contrastarne sbilanciamenti muscolari e fastidi localizzati. E’ un esercizio accessibile a tutte, che ha lo scopo di allungare bene la colonna vertebrale, distanziando e liberando le sue articolazioni dal coccige alla testa, quindi rendendola più sciolta e prevenendo (o contrastando) le compressioni delle radici nervose intervertebrali, che a volte ci procurano dolore. Questo tipo di lavoro mantiene la schiena giovane ed efficiente, flessibile e forte nello stesso tempo, perché allena nel modo corretto tutti i muscoli che la circondano.
Come si esegue
Sedetevi a terra, con le gambe tese e unite davanti a voi. Posizionate le punte dei piedi a martello, in modo da aumentare la tensione e l’allungamento della catena muscolare posteriore, e flettete il busto in avanti, arrivando ad afferrare (se riuscite) le punte dei piedi con le mani. Se non riuscite a tenere le ginocchia tese, flettetele lievemente. Attenzione, la schiena non deve incurvarsi e rilassarsi in avanti, come accade nella variante “chiusa” dell’asana: obiettivo del lavoro è infatti inclinarla in avanti ma mantenerla sempre eretta, come se qualcuno vi tirasse il capo verso l’alto con un immaginario filo. Busto e testa si troveranno e rimarranno allineati. Durante tutta la tenuta, che deve durare 5-6 respirazioni complete, gli addominali sono attivi e l’ombelico risucchiato verso la colonna, per proteggere la zona lombare ed evitare che si inarchi in modo innaturale e dannoso.
Un po’ di preparazione
Poiché si tratta di una posa in allungamento forzato, è consigliabile farla seguire da qualche torsione del busto nelle due direzioni, ad esempio effettuando Matsvendrasana: le torsioni infatti contribuiscono a ripristinare le curve fisiologiche della colonna.
L’esperta consiglia
Se desiderate ridurre il girovita e snellire la “pancetta”, questa posa fa per voi: ha infatti anche il potere di promuovere la lipolisi nella zona addominale.
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