Tai chi per migliorare l’autostima
Cercare e trovare in se stesse le risorse per trasformare una difficoltà in un successo, quando si è alle prese con un esercizio in palestra come in ogni situazione della vita, fa sentire più brave, più forti e insegna a non fare sempre paragoni con gli altri
Movimenti semplici, lenti, alla portata di tutti, per far crescere l’autostima e riconciliarsi con se stesse, la propria immagine e le proprie capacità. Non è la ricetta di qualche guru del mental coaching, ma una proposta che affonda le sue radici nelle filosofie e nelle arti marziali tradizionali dell’Estremo Oriente. Protagonista di questo percorso di conoscenza di se stesse e di recupero di un atteggiamento equilibrato e meno severo verso le proprie debolezze è il Tai chi, un’arte antichissima cinese, nata in origine con valenze marziali e poi evolutasi in una forma di ginnastica dolce e fluida per il benessere del corpo e dello spirito che aiuta a cercare e trovare in se stesse le risorse per trasformare una difficoltà in un successo, quando si è alle prese con un esercizio in palestra come in ogni situazione della vita, fa sentire più brave, più forti e insegna a non fare sempre paragoni con gli altri. La si pratica in lezioni di gruppo di un’ora o un’ora e mezza, oppure in workshop, sotto la guida di un insegnante.
Praticata con il giusto approccio, questa disciplina può essere utile per superare le proprie insicurezze e accrescere l’autostima
Scopri e ascolta i tuoi punti di forza
Il maestro Francesco Curci spiega che il Tai chi, oltre ad assicurare molti benefici fitness e ad avere grande efficacia antistress, insegna a non guardarsi con occhi giudicanti, a non abbattersi, ma a capire come far funzionare meglio ciò che non va. Tutte noi, infatti, siamo sottoposte a un giudice interiore severissimo, che troppo spesso ci svilisce quando non riusciamo a fare qualcosa, ci critica al primo errore, ci etichetta come ‘inadeguate’ se nei comportamenti o nell’aspetto fisico non corrispondiamo a ciò che vorremmo essere (o che gli altri si aspettano da noi).
Anche in una lezione di Tai chi accade di non riuscire a eseguire in modo fluido e corretto le sequenze di movimenti tipiche di questa disciplina (dette Forme), ma non bisogna abbattersi. Piuttosto occorre trasformare il training in palestra: non una semplice ripetizione meccanica dei gesti, ma un lavoro in cui ci si concentra e ci si ascolta, si scoprono le proprie potenzialità, i propri punti di forza e si trova l’energia giusta per raggiungere i risultati desiderati. Quando un movimento non riesce, il maestro invita a capire se la causa stia ad esempio nelle gambe poco piegate, nel peso spostato troppo avanti o nella schiena troppo inclinata, e suggerisce di riprovare, correggendo e migliorando l’esecuzione. Non critica e non fa paragoni con gli altri allievi, perché nessuno è ‘inferiore’ agli altri, semplicemente indica possibili soluzioni, per valorizzare le capacità soggettive. È l’approccio che bisognerebbe avere in tutte le situazioni della vita quotidiana: riuscire a trasformare un apparente scacco in un’opportunità per migliorare, senza dire ‘non sono capace’.
Riuscire nel proprio intento regala energie e autostima e anche un esercizio in palestra può insegnare a sentirsi più brave, più in armonia con se stesse, più forti, smettendo di credersi ‘non all’altezza’. Questo cambia anche il rapporto che si ha con lo specchio e con gli altri. Le filosofie orientali insegnano che siamo noi i primi a ‘rendere forti in nostri nemici’, quando ci svalutiamo: invece occorre rimboccarsi le maniche e fare sempre leva sulle proprie risorse.
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