Yoga, il potere linfodrenante del gesto di Garuda
Durante la stagione calda i gonfiori, i ristagni e l’accumulo di tossine si combattono anche con una posa yoga delle braccia: quella dell’Aquila
Nel mito induista Garuda, l’aquila, rappresenta la libertà e la posa dell’Aquila, Garudasana è forse più adatta di altre a simboleggiare il periodo estivo in cui, durante le vacanze, si cercano leggerezza, libertà fisica e mentale. Come ricorda l’insegnante di yoga Francesca Cassia, però, proprio durante la stagione calda la leggerezza fisica viene messa a dura prova. Le alte temperature, infatti, provocano gonfiore alle gambe e talvolta anche alle braccia, un problema dovuto al rallentamento circolatorio e ai ristagni di liquidi nei tessuti. Al calore stagionale si aggiunge spesso l’accumulo di acido lattico e di tossine, procurato da una pratica sportiva a cui tutte in vacanza ci dedichiamo più del solito. Risultato? Serve una pratica detox e drenante alla portata di tutte.
Eseguire tutte le mattine asana yogiche con azione drenante è un’abitudine che porta benessere e salute a tutta la giornata
Drenare la linfa…
L’esperta spiega che un buon drenaggio linfatico è il presupposto per alleviare la sensazione di peso e di gonfiore agli arti, ma anche per depurare tutti i tessuti e per regalare benefici estetici, come una pelle più luminosa e vitale. La posizione che le braccia assumono nell’asana dell’Aquila, intrecciate una intorno all’altra come vedete nella foto sopra, è perfetta perché stimola un processo drenante e detossinante profondo.
… e riattivare la circolazione
Non è necessario eseguire la posa dell’Aquila nella sua completezza: potete anche solo intrecciare le braccia, rimanendo sedute al suolo con le gambe in Loto o in Semi-loto. Questa posizione “strizzata”, infatti, funge da pompa drenante e riattiva la circolazione del sangue e della linfa: abbinata a una respirazione ampia e profonda, che di per sé è già riossigenante e rivitalizzante, agisce in modo proficuo su tutto l’organismo. Assumete la posizione delle braccia di Garuda in maniera dinamica, invertendola più volte (cioè cambiando intreccio), poi tenetela per non meno di 5-6 respiri completi in ognuna delle due possibilità.
Più libere e leggere
Secondo gli antichi maestri yogi questo esercizio, che insegna a “fondere” due braccia in un tutt’uno e a percepirle unite, simboleggia anche la capacità di superare le presunte certezze, a sentirsi più liberi, più leggeri. A volare, proprio come fa l’aquila.
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