Yoga, impara la respirazione corretta
Negli esercizi di respirazione yogica, detti Pranayama, non si eseguono atti respiratori automatici e inconsapevoli, ma dei movimenti controllati e precisi, volti a ottimizzare l’espansione dei polmoni.
Un ponte fra la mente e il corpo: per i maestri yogi il Pranayama non è soltanto una serie meccanica di atti respiratori, più o meno utili dal punto di vista fisiologico, ma è anche il mezzo attraverso cui si assorbe l’energia vitale (prana) dall’universo. L’insegnante Francesca Cassia ci descrive qual è la tecnica corretta per gli esercizi del Pranayama, che permette di ricavarne i più profondi benefici di riarmonizzazione e rigenerazione psicofisica.
Sedetevi in posizione comoda, con la colonna vertebrale eretta, oppure state in piedi, con la schiena ben eretta.
Un respiro “condizionato”
Il Pranayama non coincide con la respirazione naturale, che avviene automaticamente e quasi senza che ce ne rendiamo conto, ma è un respiro “condizionato”, cioè eseguito con un controllo e precise caratteristiche. Insomma, è un vero e proprio esercizio, il cui scopo è far sì che i polmoni si gonfino in modo ampio e completo, riempiendosi d’aria per aumentare l’ossigenazione cellulare, ma anche per incamerare una maggiore quantità di prana. Per raggiungere questo obiettivo, devono essere messi in gioco tutti i muscoli respiratori, cioè il diaframma, gli intercostali e molti altri: pensate che per eseguire le inspirazioni ne servono ben 12, mentre i muscoli espiratori sono 8. Quanto più i muscoli coinvolti sono elastici, tanto più proficua è la respirazione, mentre il Pranayama è più faticoso e meno efficace quando si è tese, contratte, stressate. Gli esercizi consistono nel concentrarsi sulla respirazione, che progressivamente si fa sempre più ampia, libera e profonda.
La tecnica corretta
Spesso si sente dire che la respirazione corretta, detta diaframmatica, è quella in cui la pancia si gonfia e si sgonfia, ma questa è una semplificazione imprecisa. In realtà, esattamente come nella respirazione del Pilates (che non a caso viene definita antero-posteriore), anche in quella dello yoga sono coinvolti l’addome, ma anche la schiena e i lati del busto: l’aria che entra trova spazio non tanto in basso, verso il ventre, quanto lateralmente, aprendo le costole. Proprio le costole, specie quelle più basse, sono l’elemento che permette di capire se si respira davvero in modo corretto. Posate le mani sulla parte inferiore della gabbia toracica, con i pollici indietro: sotto alle dita dovete sentire le costole che si aprono ad ogni inspirazione e si abbassano quando l’aria esce.
L’esperta consiglia
Per imparare la respirazione diaframmatica antero-posteriore è utile ascoltare il proprio respiro dopo avere assunto la posa del Bambino (Balasana https://www.silhouettedonna.it/fitness/yoga/yoga-appuntamento-quotidiano-con-lasana-che-scaccia-le-tensioni-29364/). Poiché infatti in questo asana l’addome è appoggiato alle cosce e non può quindi gonfiarsi eccessivamente, il respiro si espande di lato, aiutando a sentire meglio i movimenti di apertura e di abbassamento delle costole.
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