18/05/2024

Sport e “state of mind”, un legame inscindibile

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 18/05/2024 Aggiornato il 18/05/2024

Non solo il benessere mentale è superiore se si pratica abitualmente un’attività motoria, ma un recente studio evidenzia l’importanza di farlo da adolescenti per stare meglio anche di adulti

Sport e state of mind

Come giudichereste il vostro benessere mentale? Siete relativamente serene? Significa che avete praticato sport da adolescenti. Il motivo naturalmente non è solo questo, ma emergono dati interessanti da un recente studio globale condotto da Asics su oltre 26.000 intervistati in 22 Paesi: più le persone fanno esercizio, più è alto il loro “state of mind”. A livello globale, il 30% degli adulti non fa movimento e l’11% si sente meno concentrato, il 10% meno fiducioso, il 10% meno calmo e il 10% meno composto.

La ricerca evidenzia inoltre che esiste un legame diretto tra l’attività fisica svolta da adolescenti e la salute psicologica da adulti.

 

Benessere mentale

In Italia gli intervistati che praticano sport regolarmente, interrogati sul loro benessere mentale, hanno un punteggio medio di 60/100, mentre le persone inattive ne ottengono uno molto più basso, pari a soli 47/100. Complessivamente, il risultato medio di state of mind nel nostro Paese è di 59/100, sei punti in meno rispetto alla media mondiale di 65/100. Gli italiani hanno uno dei punteggi più bassi di tutto il mondo, posizionandosi al 20° posto sui 22 Paesi esaminati. Questo accade nonostante i livelli di attività fisica siano leggermente superiori alla media, con il 59% degli italiani che fanno regolarmente esercizio fisico rispetto alla media globale del 56%. Come mai? La cosa significativa rilevata dallo studio è che essere fisicamente attivi durante l’adolescenza ha un impatto diretto sul benessere mentale futuro.

 

Le buone abitudini

Coloro che hanno praticato esercizio fisico da teenager hanno infatti riportato livelli di attività e punteggi di state of mind più elevati in età matura. I risultati indicano che rimanere attivi da adolescenti è fondamentale per instaurare buone abitudini sportive che dureranno fino all’età adulta e avranno un impatto positivo sul benessere mentale. La ricerca mostra che tra i 15 e i 17 anni è più complesso mantenersi attivi e proprio quando i giovani abbandonano l’esercizio fisico a questa età subiscono un impatto negativo sul proprio stato mentale futuro. In Italia coloro che hanno praticato regolarmente attività fisica tra i 15 e i 17 anni hanno un punteggio medio di 61/100 in età adulta, mentre chi lo è stato meno nella stessa fascia d’età ha ottenuto 54/100. E per ogni anno in più di pratica sportiva da ragazzi crescono i livelli di state of mind da adulti.

 

Divario generazionale

Il professor Brendon Stubbs, ricercatore leader nel campo dell’esercizio fisico e della salute mentale presso il King’s College di Londra, commenta che oggi è preoccupante il divario generazionale nello sport: i più giovani sono sempre meno attivi, con un conseguente impatto sul loro benessere mentale futuro. In Italia, un terzo (33%) della Silent Generation (coloro che hanno oltre 78 anni) ha dichiarato di aver condotto quotidianamente uno stile di vita attivo nella prima infanzia, rispetto ad appena il 9% della Gen Z (tra i 18 e i 27 anni), confermando così che le generazioni più giovani sono meno attive e abbandonano l’attività fisica prima di quelle che le hanno precedute. A scapito delle loro condizioni psicoemotive.