Splitboarding, tra scialpinismo e snowboard
C'è una nuova tavola che smonta e si trasforma in due larghi sci, con cui affrontare una gita in salita, proprio come si fa nello scialpinismo. Poi si riassembla con poche manovre ed è pronto per disegnare curve su pendii intatti
La passione per lo scialpinismo e quella per la tavola da snowboard sono in crescita. Lo provano i dati diffusi da Skipass Panorama Turismo – Modena Fiere, l’osservatorio italiano del turismo montano che analizza ogni anno le offerte delle destinazioni sciistiche italiane e le richieste degli appassionati. Rispetto agli anni scorsi, fanno registrare un +7,5% i praticanti dello scialpinismo e un +1,9% quelli dello snowboard. Non tutti lo sanno, ma queste due attività sportive trovano un punto di incontro in una disciplina ancora poco conosciuta, lo splitboarding, che altro non è se non la versione dello scialpinismo con la tavola.
La tavola adatta esiste dagli anni Novanta, ma in passato i suoi costi un po’ elevati l’hanno tenuta ostaggio di pochi fan: ora, invece, si sta diffondendo fra i praticanti amatoriali.
Una nuova tavola pratica e versatile
Una gita in cui si salga in vetta con gli sci ai piedi, attrezzandoli con le “pelli” per non scivolare all’indietro e aiutandosi con i bastoncini, e poi ci si goda la discesa lontano dalle piste battute è un’emozione incomparabile per chi ha capacità tecniche sufficienti per affrontare la neve fresca o trasformata. La stessa emozione attende i cultori della tavola da snowboard: in teoria potrebbero affrontare la salita a piedi o con le ciaspole, portando la tavola in spalla attaccata allo zaino, e usarla solo per disegnare curve in discesa, ma anziché adottare questa modalità un po’ scomoda e faticosa possono optare per uno splitboard. Cioè una tavola da snowboard che si può dividere nel senso della lunghezza in due parti uguali, assimilabili a due sci un po’ larghi. Dotando questi due “pseudo-sci” di pelli per la risalita, l’utilizzatore può sfruttarli esattamente come farebbe con gli sci da scialpinismo e raggiungere la sua meta isolata: una volta arrivato ricompone la tavola e si lancia lungo il pendio.
I segreti di questo nuovo attrezzo
Benedetta Sansoni (nella foto sopra), maestra di snowboard presso Professional Snowboarding di Madonna di Campiglio e testimonial Nitro, ci spiega i segreti di questo attrezzo.
Grazie a un sistema di gancetti e perni ad hoc, la splitboard si può suddivide longitudinalmente in due parti e poi ricomporre, ricostituendo uno snowboard di forma tradizionale con cui iniziare la discesa. I modelli più sofisticati hanno un sistema di aggancio-e-sgancio più preciso e anche più rapido da manovrare, ma in generale l’operazione di smontaggio e assemblaggio è alla portata di tutti. Sulla split sono montati attacchi da snowboard di cui si può modificare l’inclinazione rispetto all’asse dell’attrezzo, per adattarli alla diversa posizione dei piedi in fase di salita e in fase di discesa. In più hanno la talloniera sganciabile, come quelli da scialpinismo, per rendere agevole il movimento in salita. Quanto agli scarponi, si usano i soft boot da snowboard.
A chi è consigliato
Per provare l’avventura con la tavola split è indispensabile essere snowboarder di livello medio: è utile muovere i primi passi e prendere confidenza con l’attrezzo facendosi consigliare da un maestro, poi le emozioni sono assicurate
Sfogliate la nostra gallery per scoprire tutti i modelli
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