Piscina: calci in acqua? L’esercizio è total body
In piscina, in immersione fino al petto, sono ideali per far lavorare le gambe, ma anche l’upper body e soprattutto gli addominali
Siete appassionate di acquagym? Vi piacciono i workout in piscina e siete solite mettervi in gioco, sfruttando la resistenza dell’acqua e il massaggio idrico? Paolo Michieletto, master trainer, docente universitario ed esperto di acquafitness, spiega che c’è un esercizio perfetto per allenare tutto il corpo: i calci in acqua.
Se pensate che i calci facciano lavorare solo le gambe e i glutei, siete fuori strada: l’esperto sottolinea invece che costituiscono un training a tutto tondo.
A ritmo sostenuto
Eseguire dei calci in acqua, in qualsiasi direzione (quindi in avanti o laterali, con inclinazioni e altezza diverse), mette in gioco tutti i principali gruppi muscolari del corpo e sollecita la resistenza del sistema cardiorespiratorio: se li effettuate con un ritmo sostenuto e in serie piuttosto lunghe, quindi, il consumo calorico è assicurato.
La semplice idea di sferrare un calcio si associa al concetto di violenza e di esplosività: si pensa infatti di dover colpire l’acqua con forza. Questa è la linea di demarcazione che distingue l’esercizio dai “semplici” sollevamenti delle gambe, che sono lenti e controllati e che hanno una valenza allenante sicuramente inferiore, sia dal punto di vista del potenziamento muscolare che da quello cardio.
Super allenante anche per gli addominali
Nella forza del gesto va ricercato il motivo per cui, oltre ai muscoli delle gambe e dei glutei, quando si sferrano dei calci lavorano moltissimo anche gli addominali: tutta la zona del core deve essere attiva, perché il movimento del calcio comporta una spinta all’indietro per il corpo, con il rischio di perdere l’equilibrio o quanto meno di far oscillare il busto avanti-e-indietro. In acqua la stabilità è sempre inferiore rispetto agli allenamenti a secco, a causa dei flutti che si muovono intorno al corpo e che lo sbilanciano, quindi a maggior ragione un gesto repentino ed esplosivo come un calcio amplifica questa condizione di instabilità. L’intensità del lavoro è superiore se si calcia a gamba tesa, inferiore e più alla portata di tutte se si calcia a gamba flessa.
Come coinvolgere spalle e braccia
Oltre agli addominali, che rimangono contratti per mantenere la postura corretta, una sequenza di calci permette di coinvolgere e tonificare anche braccia e spalle. Basta abbinare al lavoro della parte inferiore del corpo anche quello degli arti superiori. Dovete quindi allenarvi in acqua alta, immerse fino al petto, in modo da sfruttare la resistenza del liquido anche muovendo delle braccia, con gesti più ampi possibile. Coordinate ai calci delle bracciate a rana, oppure delle oscillazioni delle braccia avanti-basso-dietro e ritorno: il plus di questi movimenti è che sono funzionali al training, perché aiutano anche a stabilizzare il corpo.
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