Nuoto: impara a respirare per fare meno fatica
In piscina, come in tutti gli sport, gli atti respiratori comportano un consumo energetico che aumenta la sensazione di affaticamento. Ecco alcuni tips per rendere l'allenamento più fluido ed efficace
Quando facciamo sport e siamo stanchi, pronunciamo una frase che ci accomuna tutti, indipendentemente dalla forma di training e dalla disciplina praticata: “Mi manca il fiato”. Non è un caso, perché la fatica durante un’attività motoria non dipende tanto da fattori muscolari o da un’alimentazione inadeguata, che non ci fornisce il giusto apporto di energia, quanto dalla respirazione: lo assicura Mike Maric, ex campione e recordman di apnea, medico, docente all’Università di Pavia, coach sportivo e allenatore di atleti di primissimo piano. E questo vale anche durante le sessioni di nuoto.
Correggere il respiro è importante quanto migliorar il gesto tecnico: rendere la respirazione fluida, ampia e più proficua è fondamentale, per ridurre il dispendio energetico.
Con gradualità
In piscina la respirazione è particolarmente importante e, per certi versi, più complessa che negli allenamenti a secco, perché condizionata dalla presenza dell’acqua e dalla necessità di abbinare la corretta posizione della testa e del viso agli atti respiratori. Non basta quindi seguire la regola standard, in base a cui bisogna respirare ogni 2-3 bracciate: è invece importante anche procedere gradualmente e coordinare meglio ogni singola fase del gesto al respiro, perché in questo modo si incrementa notevolmente la propria acquaticità.
In base allo stile
I due stili più adatti per eseguire esercizi respiratori, che rendano le inspirazioni e le espirazioni più naturali e fluide, sono il dorso e lo stile libero. Anche i principianti possono effettuarli con facilità.
Nel dorso
Respirare è più semplice, perché il viso è fermo e non si immerge ritmicamente in acqua. Va bene quindi cominciare a nuotare a dorso, inspirando mentre il braccio si solleva (fase aerea) ed espirando mentre spinge nell’acqua (fase subacquea).
Nello stile libero
Per imparare a gestire la respirazione in vasca è utile anche lo stile libero, in cui l’espirazione deve iniziare non quando la mano si tuffa in acqua, ma quando la bracciata sta per finire e la mano spinge lontano il liquido: nello sforzo, infatti, si spingono via l’acqua e l’aria. Poi il busto ruota, il braccio si solleva verso l’alto e inizia la fase aerea, cui si accompagna l’inizio dell’inspirazione.
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