Ice swimming per chi ama le sfide fisiche e mentali
Il nuoto in acque gelide non è certo adatto a tutti, ma che lo pratica, indipendentemente dall’età, assicura che i benefici fisici e mentali sono sorprendenti
In Italia è una disciplina ancora pressoché sconosciuta, ma è balzata agli onori delle cronache sportive nella settimana fra il 13 e il 19 gennaio scorsi, quando la località trentina di Molveno ha ospitato i Campionati mondiali di ice swimming, ovvero il nuoto in acque gelide. Tradotto in pratica, significa trasferire le competizioni di nuoto, con le distanze e gli stili a tutti noti, in acqua la cui temperatura sia inferiore ai 5 gradi. Ma attenzione: non con la muta in neoprene, bensì indossando un costume “normale”, cuffia e occhialini. Ce ne parla il dottor Michele Motter, dirigente medico presso l’Unità operativa di chirurgia generale 1 – Trento, che ha seguito l’evento e i partecipanti sotto il profilo medico-sportivo per conto degli organizzatori.
Molto praticato nel Nord Europa, in Nuova Zelanda e in Australia, l’ice swimming è uno sport in forte crescita ed evoluzione che assicura emozioni forti.
Il sogno dei Giochi Olimpici Invernali
Attualmente questo sport fa riferimento all’International Ice Swimming Association, nata nel 2009, ma la notevole crescita del movimento degli appassionati e dei praticanti giustifica il progetto di creare una Federazione internazionale e, perché no, di portare il nuoto in acque gelide ai Giochi olimpici invernali del 2030.
Cosa bisogna sapere
«Naturalmente dal punto di vista medico esistono controindicazioni alla pratica dell’ice swimming e, a maggior ragione, alla partecipazione alle gare di un Mondiale. Una visita medica preliminare deve accertare tassativamente le buone condizioni di salute dello sportivo, l’assenza di ipertensione, di tachicardia e di altre situazioni patologiche che possono rendere molto pericolosa l’immersione in acqua gelata» precisa il dottor Motter. Insomma, anche chi si allena abitualmente in piscina, perché è un buon nuotatore, non può pensare di tuffarsi nell’acqua ghiacciata dall’oggi al domani. «Servono gradualità e una buona preparazione fisica, sia per affrontare la distanza da percorrere a nuoto (e in quelle condizioni estreme anche solo 50 metri sono ben diversi rispetto alla stessa distanza in vasca ndr), sia per abituare l’organismo all’esposizione a temperature così rigide» spiega Motter.
Benefici antiage
Con l’allenamento ad hoc, con la consapevolezza di ciò che si affronterà e con la conoscenza delle reazioni del fisico anche quando si esce dall’acqua, che bisogna saper riconoscere e gestire correttamente, la pratica offre sicuri benefici a qualsiasi età. «Dal punto di vista mentale è una sfida da superare che accresce l’autostima e regala benessere, anche perché stimola la produzione di endorfine. Inoltre, sotto il profilo strettamente medico, favorisce i processi antinfiammatori e quindi contrasta piccoli dolori muscolari o articolari, rinforza il sistema immunitario, migliora la circolazione sanguigna e linfatica e accelera il metabolismo, innescando nell’organismo una serie di processi che, nel loro insieme, contribuiscono a ridurre la formazione di radicali liberi e, quindi, i fenomeni legati all’invecchiamento» conclude lo specialista
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