Estate, è tempo di sport estremi
Il desiderio di evasione in vacanza si esprime anche con scelte di soggiorni multisport e di viaggi adrenalinici. Ma attenzione a non strafare
Arriva il periodo delle vacanze e il nostro lato avventuroso esplode con prepotenza, declinandosi in mille sfaccettature che hanno un solo denominatore comune: l’amore per le emozioni forti a contatto con la natura. La psicologa Serenella Salomoni sottolinea che sono in crescita le donne che affrontano queste sfide, per mettersi alla prova, esorcizzare le proprie paure, dare pepe a una vita poco gratificante, dimostrare di essere “toste”, compensare eventuali frustrazioni.
Gli sport che impongono una prova di coraggio sono molto gratificanti e regalano una grande sicurezza in se stesse, perché insegnano a misurare le proprie capacità
Concedersi una vacanza avventurosa non significa necessariamente sobbarcarsi un percorso di mille miglia in fuoristrada, un corso di sopravvivenza lontano da qualsiasi comfort, un trekking nel deserto o nella foresta tropicale. Per la maggior parte di noi, “evasione” ed “estremo” significano solo affrontare la natura, praticando all’aria aperta differenti sport “ad alta tensione”. Ne esistono per tutti i gusti e ci sono organizzazioni e località turistiche specializzate proprio nel creare pacchetti multisport di sicuro impatto emotivo.
In genere sono a base di rafting, in cui si affrontano le rapide dei torrenti su un gommone, o di canoa e kayak, in cui si superano con questi “gusci” passaggi sempre più difficoltosi. Ci sono poi le esperienze adrenaliniche dell’hydrospeed, che permette di scendere lungo ripidi corsi d’acqua con una sorta di bob, indossando muta, casco e pinne e rimanendo immersi per la maggior parte del tempo. Oppure le gite emozionanti di river-trekking, chiamato anche canyoning o torrentismo, che consiste nello scoprire tutti gli anfratti di un torrente di montagna, calandosi con le corde o lasciandosi scivolare sulle sue rocce, tuffandosi nelle sue acque, lasciandosi trascinare dalla corrente per lunghi tratti. Di impronta più giocosa è il tubing, che permette di “scivolare” lungo le rapide, a cavallo di speciali camere d’aria, mentre le amanti del brivido in aria possono lanciarsi nel vuoto da un’altezza vertiginosa, attaccate soltanto a un elastico (bungee-jumping), appese a un parapendio o all’aerofune, detta anche fly-emotion: quest’ultima consiste in una fune d’acciaio che attraversa una valle montana (talvolta a varie centinaia di metri di altezza), dotata di un carrello che scorre liberamente da una sponda all’altra, a cui si viene ancorati mediante un’imbracatura. Per assaporare l’ebbrezza del volo.
Gli esperti di tutte queste discipline giurano che affrontarle in modo graduale, con la guida di un istruttore, non comporta alcun rischio. Ma ricordate che non ci si improvvisa sportive dopo un inverno sedentario e che bisogna sempre assecondare i segnali del corpo: l’organismo va sollecitato con moderazione e in un crescendo di intensità.
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