Pilates: focus sulla Powerhouse con il core training

In palestra e nell’home-gym parliamo spessissimo di “core training”. Lo facciamo riferendoci soprattutto ai suoi benefici estetici, ma è uno dei capisaldi del fitness funzionale moderno e qualsiasi medico dello sport ne sottolinea i molteplici vantaggi sulla salute e sul benessere del corpo. Un secolo fa ne aveva già parlato Joseph Pilates, anche se con una differenza lessicale: nella sua visione dell’attività motoria, infatti, il core si chiama Powerhouse. Come puntualizza Anna Maria Cova, fisioterapista e fondatrice della CovaTech Pilates School, si tratta in ogni caso della zona centrale del corpo, quella in cui si trova il baricentro: un elemento importantissimo, perché vero e proprio fulcro del metodo di lavoro ideato da Pilates.

Alla scoperta della Powerhouse

La Powerhouse è una zona compresa fra la parte finale della cassa toracica e il bacino. Comprende quindi gli addominali e, posteriormente, i muscoli lombari e i glutei. Fanno parte di questa “scatola” anche il diaframma, sopra, e il pavimento pelvico, sotto, che lavorano in sinergia con gli altri. Tutta questa area muscolare, e specialmente gli addominali, deve essere sempre attiva durante l’esecuzione degli esercizi di Pilates, perché dal suo lavoro dipendono il controllo dei gesti e il mantenimento di una postura corretta. Abituando i muscoli della Powerhouse ad attivarsi e facendo loro acquisire il giusto tono, si impara a usarli anche nella vita di tutti i giorni, con indiscutibili vantaggi: si ottiene un miglioramento dell’equilibrio e della stabilità del corpo, le attività motorie quotidiane sono agevolate, la colonna vertebrale riceve un sostegno ottimale e anche il portamento diventa più armonioso e bilanciato. Con un core forte è possibile prevenire (o ridurre) tanti fastidi dolorosi nella zona lombare e in quella dorsale, comunissimi anche nelle persone giovani.

L’esercizio di Mattwork

Il costante focus sul baricentro si comprende bene eseguendo uno degli esercizi del Matwork che, non a caso, si chiama proprio Balance control, cioè controllo del bilanciamento corporeo. In questa sequenza, da una posizione di candela, con le gambe tese verso il soffitto, si fa scendere una gamba (tesa) verso il viso, tirandola verso di sé con le mani. La difficoltà sta proprio nel mantenere attiva la muscolatura del core, per consentire al corpo di non perdere la posa della candela e di eseguire i movimenti aggiuntivi. Se l’esecutore “perde” la tenuta del baricentro, inevitabilmente si sbilancia e cade in avanti o all’indietro.