17/02/2025

Fitness Pilates: total body workout in un esercizio

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 17/02/2025 Aggiornato il 17/02/2025

Con una macchina dotata di carrello mobile e di resistenze modulabili e con un manubrio, è possibile costruire una sequenza che mette in gioco tutti i principali gruppi muscolari del corpo

ok COREWORK

Lo sanno bene le donne che praticano Pilates: gli esercizi coinvolgono in modo sinergico la muscolatura di tutto il corpo, senza isolare singoli gruppi muscolari. Analoga peculiarità caratterizza il Fitness Pilates, evoluzione del Pilates che ha preso forma in California e da lì è arrivata da poco anche in Italia: a prescindere dalle differenze, infatti, e dagli elementi aggiuntivi (soprattutto la componente cardio), anche in questa forma di training un esercizio offre, da solo, un efficace total body workout. È il caso di quello che ci viene proposto da Chiara Barlocchi, trainer e formatrice degli istruttori presso i centri Corework di Milano.

Il focus del lavoro è scuramente il core, ma lavorano anche gambe e glutei, i muscoli stabilizzatori dell’upper body e quelli delle braccia, specie i tricipiti.

Sul Megaformer

Per effettuare l’esercizio ci si serve del Megaformer, la macchina con carrello mobile dotato di resistenze che viene usata nelle mini-classi di Fitness Pilates, ma anche di un attrezzino aggiuntivo; un manubrio, che contribuisce a rendere il lavoro più completo, intenso, multiarticolare e a far salire ulteriormente la frequenza cardiaca durante il training.

Come si esegue l’esercizio

Ci si posiziona in quadrupedia sul carrello scorrevole, in appoggio sulle braccia tese e sulle ginocchia, con le molle della resistenza dalla parte dei piedi. La robustezza delle molle viene scelta con l’aiuto dell’istruttore, in funzione delle possibilità e degli obiettivi individuali. Una gamba si stacca e si solleva dietro, con il piede appoggiato a uno dei supporti fissi che completano la macchina a ciascuna delle due estremità, mentre la mano opposta tiene il manubrio. La difficoltà dell’esercizio nasce dal fatto che i movimenti si effettuano in un assetto instabile, costringendo a un’attivazione profonda del core per non perdere l’equilibrio: dalla posizione di partenza, che prevede quattro punti di appoggio (anche se asimmetrici), si stacca infatti dal carrello ancora una mano.

Il braccio con il manubrio viene portato vicino al busto, con l’avambraccio perpendicolare e il manubrio sospeso. La gamba con il piede appoggiato al supporto deve alternativamente estendersi, in modo da risultare allineata con il busto, e piegarsi: così facendo, mette in movimento il carrello e contrasta la resistenza delle molle preventivamente scelte e agganciate. Coordinandolo al movimento della gamba, si aggiunge un movimento di flesso-estensione del gomito, sfruttando il manubrio per far lavorare e modellare il tricipite.

Quante volte

La sequenza viene eseguite per un arco di tempo di non meno di 1-1,30 minuti, poi viene ripetuta assumendo una posizione di partenza speculare, cioè cambiando la gamba e il braccio che lavorano