Montagna: andare per rifugi
Se siete pronte a rinunciare a qualche comodità, pernottare in quota offre spettacoli naturali ed emozioni incomparabili. Ecco le regole per frequentare i bivacchi, le capanne e le strutture ricettive di vario tipo, che potete raggiungere con escursioni e trekking più o meno lunghi
L’escursionismo è una delle attività più amate da chi trascorre le vacanze in montagna, anche perché camminare per sentieri offre tante possibilità diverse, dalla passeggiata di pochi chilometri agli itinerari più impegnativi e sfidanti. Perché non scegliere mete e itinerari per le proprie gite in funzione della presenza di rifugi e capanne alpine lungo il percorso? Francesco Ratti, atleta Millet, guida alpina e membro della Società Guide del Cervino, ci descrive queste piccole strutture ricettive d’alta quota e lo spirito di chi le frequenta.
Con un rifugio come meta potete fare una gita in giornata, raggiungendolo e ritornando a valle in poche ore, oppure organizzare dei trekking e pernottare in uno o più rifugi lungo l’itinerario.
Le prime esperienze
La gita con andata e ritorno in poche ore è la scelta giusta per fare la prima esperienza e per capire che cosa è un rifugio, che è una struttura un po’ spartana. Il trekking, invece, vi permette di percorrere sentieri sempre diversi e di vivere la montagna più autentica, in orari in cui la folla dei turisti è ormai rientrata. Dovete avere solo un po’ di spirito di adattamento.
Scelte più o meno spartane
I rifugi più essenziali sono i bivacchi, ripari di fortuna molto piccoli e non custoditi, che offrono un tetto e, talvolta, qualche brandina. I rifugi più grandi, invece, sono dotati di zona cucina e di una camerata o più stanzette con i letti. In genere sono gestiti da un custode per una parte dell’anno (come nei mesi estivi), quindi i letti sono rassettati e sono garantiti almeno un pasto serale e la prima colazione. In alcuni casi, invece, l’offerta si riduce a una base dove pernottare e alla dotazione di pentole per cucinarsi il proprio cibo. Poi ci sono rifugi a quote basse e lungo itinerari frequentati, che funzionano come piccoli alberghi e ospitano alpinisti ed escursionisti, ma anche i turisti che vanno a fare una scampagnata e pranzano in compagnia.
Il bon ton
Tutte le strutture si sono adeguate alle norme di sicurezza anti-Covid, quindi la capienza degli spazi comuni è attualmente dimezzata (meglio prenotare con anticipo!) e all’interno sono previsti distanziamento e l’uso della mascherina. Il bon ton dei frequentatori prevede il rispetto degli altri, delle norme di igiene, dell’ordine e del silenzio nelle camere: ognuno deve avere il proprio sacco-lenzuolo o sacco a pelo (non sono fornite lenzuola) ed è bene dotarsi di tappi per le orecchie, magari di mascherina per coprire gli occhi e di una lampada frontale, qualora ci si alzi alla notte per un bisogno fisiologico. A una certa ora, infatti, il generatore di corrente elettrica viene spento.
Se siete disposte a rinunciare alle vostre comodità abituali, il pernottamento in rifugio vi permette di contemplare il tramonto e l’alba in quota, che sono fra i momenti più emozionanti in montagna.
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