12/04/2023

In palestra respira nel modo corretto. Così l’allenamento è più efficace

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 12/04/2023 Aggiornato il 12/04/2023

La sensazione di fatica è legata al respiro, più che alla stanchezza muscolare. Per questo correggere la respirazione e renderla più fluida, ampia e regolare massimizza i risultati di qualsiasi allenamento

palestra respirazione

La percezione della fatica passa attraverso il respiro: lo spiega Mike Maric, ex campione e recordman di apnea, medico, docente all’Università di Pavia, coach sportivo e allenatore di atleti di primissimo piano. Quando interrompiamo un workout in palestra, o una corsa, lo facciamo perché la nostra mente capisce che ‘non ce la facciamo più’, ma ciò che blocca la mente è lo sforzo del respiro. Correggere la respirazione, lavorando per renderla fluida, ampia e più proficua, è quindi importantissimo: anche respirare comporta un dispendio energetico e ridurlo permette all’organismo di sfruttare una maggiore quantità di ossigeno per i processi metabolici di produzione del carburante’per i muscoli.

In pratica, migliorando la respirazione e rendendola più agile e naturale, la fatica percepita si riduce e ci si allena meglio, massimizzando i benefici.

I consigli dell’esperto

Tenere presenti questi insegnamenti può aiutarci in tutte le sessioni di training in palestra. Ecco allora i due consigli dell’esperto.

  1. Prima di iniziare il workout, di qualsiasi tipo esso sia, bisognerebbe dedicare alcuni minuti a una respirazione lenta e profonda: atti respiratori prolungati, soprattutto nella fase dell’espirazione, servono ad allungare il diaframma per consentirgli di compiere movimenti più ampi mentre ci si allena.
  2. Durante gli esercizi, sia con le macchine che con gli attrezzi o a corpo libero, esiste una sola regola da non dimenticare mai: bisogna abbinare la respirazione al movimento, senza rimanere in apnea. L’abbinamento non è casuale, ma segue un preciso ciclo si inspira quando si carica il peso, si espira quando lo si spinge lontano dal corpo. Applicando questo principio agli squat o agli affondi, ad esempio, si inspira nella fase di piegamento delle ginocchia e si espira quando si estendono le gambe (e il peso del corpo viene “spinto via”). Invece nelle spinte in alto con il bilanciere, da sdraiati, si inspira quando il carico si avvicina al corpo e si espira quando lo si allontana.