11/08/2017

Tiro con l’arco per amazzoni in cerca di emozioni

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 11/08/2017 Aggiornato il 11/08/2017

Oggi questa disciplina olimpica è molto apprezzata dalle donne che ne amano anche la variante dinamica, con percorsi nei boschi

FIARC

Nella mitologia greca le Amazzoni erano indomite guerriere, abilissime nel maneggiare l’arco e le frecce. Forse non è un caso che queste coraggiose arciere fossero proprio donne. Il tiro con l’arco, infatti, è una disciplina molto femminile, ed è curioso che anche la sua introduzione in Italia come attività sportiva vera e propria sia legata al mondo delle ragazze: nel periodo fascista, infatti, era uno degli sport destinati esclusivamente alle “Giovani Italiane”.

In genere si pensa al tiro con l’arco come a uno sport da villaggi-vacanza, perché spesso lo si conosce in queste occasioni per poi continuare a praticarlo anche al ritorno a casa.

Consapevolezza e controllo del corpo

Ma non è solo un passatempo vacanziero. Stiamo parlando di una disciplina olimpica di grande precisione, che consiste nel centrare con le frecce un bersaglio, posto a distanza variabile. Dal punto di vista dell’impegno muscolare lavorano dorso, spalle, collo e braccia, che vengono coinvolti nel gesto di tendere l’arco. Per riuscire bene, però, più che una grande forza sono necessari equilibrio psicofisico, consapevolezza e buon controllo del corpo, oltre a una grande capacità di concentrazione, che gli arcieri sviluppano in modo molto marcato.

Un paio di tiri e capisci se è lo sport per te

Il personal trainer Max Martin assicura che basta scoccare un paio di frecce per capire se si è portate per questo sport. Per impararlo occorre iscriversi a un corso base (info presso la Federazione, www.fitarco-italia.org), che si svolge in apposite aree e che prevede lezioni tecnico-pratiche. L’attrezzatura (arco, frecce, faretra, parabraccio e paradita) è di solito fornita dal centro.

Sfide statiche o più dinamiche

Una volta imparati i fondamentali, vi si aprono possibilità diverse: non solo le sfide “tradizionali” rivolte a bersagli con distanze prefissate, più statiche, ma anche la pratica su percorsi naturali, in cui si colpiscono sagome fisse o mobili di animali. Questo secondo orientamento della disciplina fa capo alla Federazione arcieri tiro di campagna (www.fiarc.it), prevede a sua volta corsi di preparazione specifici e vi permette di combinare il tiro con l’arco alle camminate in compagnia, fra boschi e radure.