19/08/2021

Escursioni in montagna: più sicure con i bastoncini

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 19/08/2021 Aggiornato il 19/08/2021

Si regolano in base all’altezza soggettiva e si usano più corti in salita, più lunghi in discesa: in ogni caso danno equilibrio, facilitano la camminata e prevengono i traumi articolari

bastoncini trekking

Negli ultimi anni sono diventati un must per tantissimi appassionati di escursioni in montagna: i bastoncini, infatti, sono di grande aiuto su ogni tipo di sentiero. Mentre nella pratica del nordic walking vengono usati come un vero e proprio attrezzo fitness, per accrescere l’impegno muscolare e cardiorespiratorio, durante i trekking e le passeggiate servono per camminare meglio. Carlo Alberto Montorsi, guida alpina del gruppo White&Blue Guides e ambassador Climbing Technology, ci spiega come sfruttarli nel modo migliore.

I bastoncini vanno scelti, impugnati e usati correttamente: solo così riducono la fatica, aumentano la stabilità di chi li usa e preservano le articolazioni.

La scelta

Devono essere molto leggeri e telescopici, cioè formati da più moduli (meglio se tre) che permettono di regolarli in altezza. La loro lunghezza, infatti, deve essere tale da consentire di mantenere un angolo di circa 90 gradi all’altezza dei gomiti, durante l’uso, ma devono poter essere allungati o accorciati a seconda del momento: più corti in salita, più lunghi in discesa.

L’impugnatura

I bastoncini sono dotati di un lacciolo, che impedisce di “perdere” l’attrezzo qualora dovesse sfuggire di mano. La mano si infila dal basso verso l’alto e la manopola si impugna in modo che il lacciolo si trovi al di sotto del palmo, fra il pollice e l’indice. In questo modo, anche se si lascia temporaneamente la presa o si riduce la stretta, la si recupera facilmente: questo avviene, ad esempio, nelle fasi di spinta, quando mantenere serrato il pugno sulla manopola comporterebbe un’inclinazione esasperata e un affaticamento eccessivo del polso.

La spinta

In salita i bastoncini si tengono vicini al corpo, estendendo le braccia (il lavoro è soprattutto dei tricipiti) ed esercitando così delle utili spinte che facilitano la progressione e riducono la fatica. Non serve spostare i bastoni tante volte quanti sono i passi effettuati (come accade nel nordic walking, in cui c’è una precisa sincronia di gamba e braccio opposto): è sufficiente puntarli a terra (uno alla volta o entrambi insieme, come risulta più efficace) e compiere più passi, estendendo contemporaneamente i gomiti e sfruttando la spinta finché le braccia si trovano tese dietro di sé.

La discesa

Usare i bastoncini dà sicurezza e stabilità, anche quando si ha uno zaino pesante che può ridurre un po’ l’equilibrio. In discesa li si allunga di circa 10 centimetri, rendendoli così più funzionali: in questo caso non servono per spingere, ma per ammortizzare (anche su tratti molto ripidi) e per preservare le articolazioni delle ginocchia da impatti potenzialmente dannosi. Sono infine attrezzi utilissimi in caso di guadi di torrenti, perché si usano come pertiche e danno equilibrio, mentre i piedi si appoggiano sui sassi e sulle rocce affioranti.

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