28/08/2024

Acquajump: tutte pazze per il training sul tappeto in acqua

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 28/08/2024 Aggiornato il 28/08/2024
IDROTERAPIA

Durante l’estate, anche nei luoghi di vacanza, sono una delle forme di training più amate: le lezioni di acquafitness infatti sono allegre, giocose, dinamiche e sfidanti per i muscoli e per il fiato. Tutte le appassionate del jumping, l’allenamento a secco sul tappeto elastico che spopola nelle palestre da molti anni, dovrebbero provare anche l’acquajump: lo assicura Daniela Zezza del team Idroterapia, istruttrice di fitness e fitness acquatico, trainer AguaMovida e insegnante di danza, raccontandoci tutti i plus di questo workout.

Il tappeto elastico che si usa in piscina, immerse in acqua di media profondità, permette di effettuare tanti esercizi diversi, su e giù dall’attrezzo, in un clima divertente in cui si dimentica la fatica.

Meno traumatico ma più intenso

Rispetto al lavoro che si effettua sul tappeto elastico in palestra, quello sul jumper acquatico è potenzialmente meno traumatico, perché la forza di gravità si riduce, ma è più intenso e richiede un diverso controllo dei gesti, della postura e dell’equilibrio. Questo non dipende solo dalla resistenza esercitata dal liquido, che deve essere vinta ad ogni movimento, ma anche da una serie di forze cui si è sottoposti in piscina.

  1. Su qualsiasi tappeto elastico, a secco come in vasca, il segreto è schiacciare l’attrezzo con i piedi, per riceverne una spinta di rimbalzo verso l’alto: in acqua, però, si tende a galleggiare e le pressioni che si devono effettuare verso il basso sono contrarie alla spinta idrostatica, che è diretta verso la superficie. Serve più forza e il lavoro di gambe e glutei è perciò molto più intenso. Di conseguenza anche la frequenza del cuore sale più in fretta, durante l’esecuzione delle sequenze, e il training cardiorespiratorio è più impegnativo.
  2. Oltre a dover controllare queste forze con direzione alto-basso, chi si allena sull’acqua-jumper è sottoposto ad altre forze meno prevedibili. Qualsiasi movimento eseguito nel liquido, infatti, provoca flutti che destabilizzano, quindi l’equilibrio è messo alla prova non solo dal continuo rimbalzare sull’attrezzo, ma anche dalle spinte dell’acqua intorno al corpo. L’attivazione dei muscoli del core deve essere costante e profonda, integrata da ampi movimenti delle braccia che aiutano a trovare un migliore bilanciamento e che acquistano tono a loro volta.

Una lezione movimentata

Una lezione sull’acqua-jumper può svolgersi continuativamente sul tappeto elastico, una variegata combinazione di esercizi pliometrici (cioè di saltelli), ma si possono anche effettuare continue salite e discese, come se utilizzassero uno step (ma applicando i principi del jump & rebound training), oppure lavorare a circuito, o ancora effettuare degli scambi di posizione. Gli istruttori rendono il lavoro più giocoso e movimentato inserendo anche esercizi a coppie, in cui magari uno degli allievi è sul tappeto elastico e l’altro lavora fuori, appoggiandosi solo al bordo: in questi casi le turbolenze che si creano nell’acqua sono ancora più forti e non bisogna lasciarsi destabilizzare.