Pesce: sicura di saperlo cucinare?

Redazione Pubblicato il 06/05/2016 Aggiornato il 06/05/2016

Calamari lessi, orate in crosta di sale, crostacei appena scottati... Il pesce aiuta a restare in linea e in salute. Ecco le cotture giuste per ogni tipo

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I nutrizionisti concordano nel suggerire di portare in tavola il pesce almeno tre, quattro volte a settimana, ma anche di più appena possibile.

Oltre ad essere perfetto per chi non vuole ingrassare, contiene acidi grassi essenziali Omega 3 e 6 che prevengono i problemi cardiocircolatori.

Per preservare a pieno il valore nutrizionale e il sapore del pesce è pero importante cucinarlo nel modo giusto. Ecco, per le diverse varietà, il metodo di cottura più adatto e qualche accorgimento da gourmet.

Il pesce azzurro

Viene considerato un pesce “povero” che vanta però un gusto pieno, esaltato da cotture semplici, al forno con poco olio e un trito generoso di erbe aromatiche. Le acciughe si preparano anche crude facendole marinare nel succo di limone mentre gli sgombri sono ottimi anche alla griglia.

Il salmone  e la trota

 Tranci e filetti si possono cucinare al forno oppure in padella: attenzione a non superare i dieci minuti di cottura perché la carne non risulti troppo asciutta. Perfetta per mantenere la morbidezza di trote e salmoni è la cottura al cartoccio con fette di limone, erbe aromatiche e pochissimo olio extravergine di oliva.

Le orate, i branzini e i dentici

Si possono cucinare interi arrosto, al forno, al cartoccio oppure in una crosta di sale che, evitando l’uso di grassi, rende la preparazione particolarmente leggera. Bene anche per un guazzetto in padella con il pomodoro ma in questo caso il pesce va squamato per evitare che le squame finiscano nell’intingolo. I filetti si possono cucinare al vapore oppure alla griglia.

I pesci di scoglio

Triglie, scorfani e gallinelle hanno una carne soda e saporita perfetta per brodetti e zuppe da cucinare con brodo di pesce e pomodoro a piacere. Se si usano pesci di dimensioni diverse occorre mettere prima i più grandi e, man mano che si prosegue la cottura, i più piccoli.

I crostacei

Gamberi e gamberetti, scampi e aragoste richiedono tempi di cottura veloci, solo pochi minuti, altrimenti la loro carne diventa dura. Il segreto è sbollentarli in acqua calda ma non bollente e usarli poi come si preferisce in insalata oppure in umido. Volendo si possono saltare in padella a crudo solo con un filo di olio, aglio, erbe e spezie a piacere senza acqua che li rende duri. Ottima anche la griglia dopo una marinatura in olio e succo di limone.

I totani, i polipi, i calamari e i moscardini

Vanno lessati per circa un’ora e lasciati raffreddare nella loro acqua perché diventino teneri. Nel caso di polpi molto grossi il tempo di cottura è di un’ora per ogni chilo di peso. Una volta lessati si possono gustare in insalata, in umido oppure al forno. Seppie, calamari e totani si prestano ad essere fritti semplicemente dopo averli puliti e tagliati a rondelle.