Pasta: un giorno per festeggiarla. E conoscerla meglio
Simbolo della cucina italiana, la pasta è puro sapore: buonissima, semplice, ricca di nutrienti preziosi
In tutto il mondo il 25 ottobre si celebra il World Pasta Day. Una manifestazione ideata e curata dai pastai di Unione Italiana Food e IPO – International Pasta Organisation.
Un simbolo della dieta mediterranea (e italiana) ma soprattutto un alimento sano, buono e gratificante da inserire in un’alimentazione bilanciata. La pasta è tutto questo.
Un corpo in forma (e felice!)
Si può allora dire sì ai carboidrati di buona qualità della pasta anche se bisogna tenere il peso sotto controllo. «L’importante è non eccedere con le quantità, la porzione media è di circa 80 g, e di non esagerare con i condimenti grassi che possono far salire notevolmente l’apporto calorico del piatto» dice il dottor Loreto Nemi, dietista nutrizionista a Roma. «Ci sono addirittura studi che confermano come mangiare pasta in modo intelligente possa contribuire a mantenersi in forma. Secondo una ricerca condotta negli USA da Nutritional Strategies e pubblicata sulla rivista scientifica Frontiers un consumo controllato di pasta non porta ad un aumento ponderale del peso nei bambini e negli adulti maschi mentre nelle donne si evidenzia addirittura una correlazione con una riduzione di circonferenza vita, peso corporeo e indice di massa corporea».
Il ritorno dei grani antichi
Se ne sente parlare sempre più spesso: quello dei grani antichi non è più un fenomeno di nicchia ma una scelta frequente dettata anche da motivi salutistici oltre che di semplice sapore (che spesso è più intenso).
«I cereali antichi contengono comunque glutine (e per questo rimangono vietati ai celiaci) ma in quantità minori e sono meglio tollerati, più digeribili. Io più che di grani antichi (anche se erano quelli che si mangiavano 100/200 anni fa) preferisco parlare di grani autoctoni perché si tratta di grani locali, diversi nelle diverse regioni del Paese. In fondo quindi sono anche un’espressione di biodiversità. Il Saragolla è tipico dell’Abruzzo e appartiene alla famiglia Khorasan come il più famoso Kamut. La Puglia è la patria del Senatore Cappelli. In Sicilia c’è il Tumminia che in passato per il suo valore era utilizzato addirittura come moneta di scambio. Sono tutti grani poco lavorati e per questo conservano di più le sostanze preziose del chicco e possono essere usati, anche alternandoli fra loro» continua il dottor Nemi.
Di legumi, con più proteine
Un buon successo negli ultimi tempi ha anche la pasta di legumi, più insolita per colore e gusto. «Invece della classica farina di semola è preparata appunto con farina di legumi secchi (piselli, lenticchie…)» spiega il nutrizionista. «Le qualità nutrizionali di questo di tipo di pasta sono ottime: contiene una buona quantità di fibre e più proteine 100 g di pasta di legumi equivalgono come contenuto proteico a 100 g di petto di pollo».
Anche gluten free
Chi soffre di gluten sensitivity e anche di celiachia oggi può scegliere tra una vasta gamma di prodotti senza glutine che permettono di non rinunciare alla pasta. Basta che sulla confezione ci sia il simbolo della spiga barrata.
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