Pane nero: attenzione alle truffe
Il pane nero, preparato mescolando la farina con il carbone vegetale, è di gran moda, ma non sempre viene prodotto nel rispetto delle leggi. Ecco come evitare sorprese
Va sempre più di moda. Il pane nero è nato qualche mese fa dall’idea di una nota azienda italiana produttrice di materie prime per panificazione di mescolare alla farina una quantità variabile di carbone vegetale ridotto in consistenza finissima. Il risultato è una miscela simile alla farina di grano tenero che può esser usata per produrre pane ma anche focacce, salatini e persino croissant.
I prodotti non subiscono particolari modificazioni nel gusto ma hanno la caratteristica di avere un colore nero pece.
Il carbone vegetale si presta anche ad essere unito a farine senza glutine per la preparazione di prodotti da forno destinati ai celiaci.
Perché piace tanto
Non solo per il colore originale. Il pane nero piace così tanto perché, come il carbone vegetale che contiene, ha la capacità di assorbire i gas: è un valido aiuto quindi in presenza di meteorismo e gonfiori.
Ma la truffa è dietro l’angolo
Una recente indagine del Corpo Forestale dello Stato diffusa da Coldiretti ha evidenziato una frode alimentare legata alla commercializzazione di prodotti da forno neri realizzati non con polvere di carbone bensì con un colorante, l’E153 che viene ricavato proprio dal carbone e utilizzato per colorare il sale di Cipro ma non può essere usato per il pane perché in Italia i prodotti da forno, non devono contenere coloranti.
Proprio per questa ragione in Puglia dodici panificatori sono stati denunciati per truffa.
Come tutelarsi
Per non correre rischi dal panettiere o in pizzeria bisogna controllare l’elenco degli ingredienti che dovrebbero sempre essere esposti o comunque a disposizione dei consumatori, in modo da verificare la presenza o meno di coloranti, in particolare dell’E153.
L'errore da evitare
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