Noci Pecan per ridurre il colesterolo
Ricche di grassi buoni combattono anche l'invecchiamento cellulare. Le questo le noci Pecan sono alleate del nostro benessere
Hanno passaporto a stelle e a strisce, ma caratteristiche simili alle noci nostrane. Le noci Pecan, al secolo Carya illinoensis, sono frutti a guscio appartenenti alla famiglia delle Juglandaceae originarie degli Stati Uniti e dell’America centro meridionale. Tipici della città di New Orleans, le Pecan sono utilizzate soprattutto in dolci e snack nella cucina tradizionale della terra dello zio Sam. «Con le loro 750 calorie ogni 100 grammi di prodotto, queste noci contengono il 67% di grassi, di cui ben il 60% sono grassi insaturi, quelli buoni, mentre solo il 7% è costituito di grassi saturi», spiega la dottoressa Paola De Luca, nutrizionista di RAF First Clinic e ricercatrice all’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano, Gruppo San Donato.
Hanno inoltre una buona disponibilità di fitosteroli, vitamine E, B1 o tiamina, e flavonoidi che favoriscono la riduzione del colesterolo totale e cattivo (LDL), combattono l’ipercolesterolemia e lo stress ossidativo.
Sono anche ricche di fibra alimentare, utile per la corretta funzionalità intestinale, di ferro e potassio.
Serve un consumo regolare
Una ricerca condotta dall’Università del Massachussetts, negli States, ha dimostrato che il consumo regolare di noci Pecan può ridurre con una sorta di effetto anti-aging la degenerazione neuromuscolare legata all’invecchiamento. È stato poi ipotizzato che, in presenza di altri fattori predisponenti, una dieta ricca di questo alimento possa ridurre il rischio di calcolosi nelle donne. Il consumo quotidiano di noci Pecan può fornire un effetto protettivo cronico o a lungo termine sull’appetito post-pasto (ma questo vale per qualsiasi tipi di frutta secca, l’importante è non esagerare per non gravare sulla linea). È stata dimostrata anche un’associazione tra un maggiore apporto di frutta secca a guscio e un minor rischio di sviluppare cancro e mortalità ad esso connessa. «Massima allerta, però. Le noci hanno un elevato potenziale allergico e possono essere contaminate da aflatossine, funghi che si sviluppano nelle zone calde e umide», sottolinea la nutrizionista.
Super… ma non troppo
Il termine superfood è spesso usato impropriamente per indicare cibi a base vegetale che contengono elevati quantitativi di vitamine, minerali, antiossidanti con effetti positivi sulla salute in termini di prevenzione o miglioramento di uno stato patologico, motivo che li rende popolari e attraenti agli occhi dei consumatori. Purtroppo però questi alimenti sono spesso sfruttati in modo scorretto per strategie di marketing, così dal 2007 l’Unione Europea ha vietato l’uso della dicitura superfood sulle confezioni.
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