Frutta secca o disidratata? Scopri le differenze
La frutta secca fornisce grassi, quella disidratata zuccheri di pronto utilizzo. Versatile e gustosa la prima, dolcissima e saziante la seconda. Ecco come e quanta consumarne
Sulla tavola delle feste non mancano mai. Irresistibili, ricche di nutrienti preziosi e di sostanze antiage ma anche di calorie. L’ideale è utilizzare frutta secca e disidratata come snack, e non come ulteriore aggiunta a menù già abbondanti.
Viene considerata frutta secca tutta la frutta contenuta in un guscio. Invece la frutta disidratata è la frutta fresca sottoposta a prolungata essiccazione. La prima fornisce soprattutto grassi. La seconda zuccheri.
Come antiage
Perfetta a colazione, come merenda, durante l’aperitivo o al posto del dessert, la frutta secca ha un profilo nutrizionale invidiabile: non contiene colesterolo, una minima quota di grassi saturi e una prevalente percentuale di grassi mono e polinsaturi, proteine e carboidrati nelle giuste quantità, fibre, minerali come calcio, ferro, fosforo, rame e zinco, e vitamine A, B2, B9, C, F e P, utili per la salute di ossa, muscoli, cuore e circolazione, ma anche per la bellezza di pelle e capelli. È ricca di tocoferoli, fitosteroli e composti fenolici, molecole ad azione antiossidante ma anche di modulazione di importanti funzioni cellulari. Il consumo regolare è associato a un minore rischio di diabete, ipertensione e sindrome metabolica.
Attenzione alle calorie
Le calorie della frutta secca sono circa 600 per etto. Potete concedervi non più di 30 grammi al giorno, scegliendo tra: 5 noci, 26 nocciole, 23 mandorle o 25 pistacchi. Oppure fare un mix, purché non si superi la dose complessiva indicata. Da gustare al naturale, oppure nel latte o nello yogurt, persino nel gelato. Ma i frutti secchi possono anche arricchire insalate, torte salate, primi piatti e tartine.
Se avete bisogno di fibre e minerali
Per quanto riguarda la frutta disidratata, non ha niente da invidiare a quella fresca. È una fonte interessante di fibra solubile e ha un basso indice glicemico. Le albicocche secche sono ricchissime di potassio, fosforo, magnesio e calcio. Ottime per chi soffre di ipertensione, ma anche per fare il pieno di minerali. I datteri sono un concentrato di ferro e altri sali minerali, vitamine del gruppo B e fibre: è possibile usarli anche come dolcificanti nei dolci (per esempio per la base della cheesecake). I fichi secchi danno carburante di pronto utilizzo: ideali a metà mattina, quando attenzione e concentrazione cominciano a calare. Le prugne secche contengono ossifenisatina e altre sostanze utili per risvegliare l’intestino pigro. Le dosi: non più di 40 grammi al dì. Che corrispondono a circa 5 frutti.
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