Frutta esotica: fa davvero ingrassare?
Dolce e invitante, non sempre la frutta esotica è amica della linea. Ma, con un po' di attenzione su dosi e tipologia, può trovare posto persino nella dieta
Mango, papaya e cocco. I frutti che arrivano da lontano grazie alla loro ricchezza in vitamine, minerali e antiossidanti vengono considerati veri e propri superfood, preziosi per preservare salute e giovinezza. Ma le calorie? Per via della sua dolcezza, la frutta esotica non è proprio quello che si definisce dietetica.
Serve quindi fare attenzione alla scelta in modo da soddisfare il palato senza far salire l’ago della bilancia.
Cosa scegliere
La palma del frutto esotico più leggero va a sorpresa alla dolcissima papaya che ha solo 43 calore per etto seguita dall’ananas che, oltre a dare solo 50 calorie, funziona a meraviglia anche per chi vuole tenere sotto controllo la cellulite e l’eccesso di peso perché fornisce fibre che mantengono regolato l’intestino. Ha inoltre alte dosi di potassio e di magnesio, che stimolano il drenaggio, e di un enzima, la bromelina, che aiuta la digestione dei grassi.
Contengono potassio e magnesio anche il mango che dà 60 calorie per etto e il kiwi con 61: una buona idea è quella di mangiare sempre i frutti non eccessivamente maturi perché il quantitativo di zuccheri e quindi le calorie cresce con la maturazione.
E la banana? È più calorica (arriva a 90 calorie per etto) ma ha il grande vantaggio di essere ricca di fibre e di minerali: basta non superare la dose di un frutto al giorno e si può gustare la sua polpa dolce anche a dieta.
Cosa evitare
Attenzione innanzitutto all’avocado: la sua ricchezza in acidi grassi Omega 3 e 9, gli stessi dell’olio d’oliva e ottimi quindi per la salute di cuore e arterie, fa salire e non di poco l’apporto calorico. L’avocado è quindi un frutto energetico e nutriente, ricco di antiossidanti e di fibre a va consumato comunque con moderazione perché un frutto da 100 grammi arriva a fornire 230 calorie.
Stesso discorso per il cocco che di calorie ne ha ben 354 per etto; per di più i suoi grassi sono saturi e quindi non poi così benefici. Chi non vuole rinunciare al gusto unico di questi due frutti può mangiarli, sempre senza esagerare, il mattino a colazione oppure dopo l’attività fisica.
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