Uova contaminate: facciamo il punto
Dopo la segnalazione di uova contaminate dall'antiparassitario fipronil continuano i controlli delle autorità italiane. Due i casi di sequestri nel nostro Paese ma il livello di tossicità è stato valutato senza conseguenze per la salute
La notizia delle uova contaminate dal fipronil, un antiparassitario non autorizzato, utilizzato negli allevamenti di pollame in alcuni Paesi europei, si è diffusa in Italia quest’estate, dopo che il Belgio, seguito da Olanda e Germania, ha segnalato il problema al Rasff (Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi).
Il rischio di intossicazione è basso
Premesso che si tratta di una sostanza vietata negli allevamenti avicoli europei, il Ministero della salute italiano rassicura sul basso rischio di intossicazione umana, in considerazione del livello di contaminazione rilevato nei prodotti esaminati e del consumo medio di uova nella popolazione europea. L’Organizzazione mondiale della sanità considera il fipronil “moderatamente tossico” : è una sostanza che non si accumula, perché viene eliminata dall’organismo.
Il monitoraggio continua
Il Ministero, in collaborazione con le autorità sanitarie regionali e i Carabinieri Nas, continua a monitorare le segnalazioni pervenute tramite il sistema di allerta Rasff e proseguono le procedure per l’identificazione, il blocco e l’eventuale rintraccio delle partite. Inoltre ha avviato un piano di campionamento di carni di pollame, uova e prodotti derivati, nonché di prodotti contenenti uova o derivati. Sono stati 42 i campionamenti dei Nas su prodotti prelevati nei negozi e supermercati, 181 quelli delle Regioni su pollame, uova, derivati e 60 quelli disposti dal Ministero sulle merci provenienti dai Paesi interessati dall’allerta.
I casi italiani
Due i casi positivi finora segnalatinel nostro Paese dalle autorità italiane, in allevamenti delle Marche e del Lazio.
La quantità di fipronil rilevata, pur superando il valore limite, è risultata molto al di sotto della soglia di tossicità acuta, quindi sono escluse conseguenze per la salute.
I lotti sono stati comunque ritirati per ulteriori accertamenti sulla fonte di contaminazione e l’adozione di eventuali provvedimenti restrittivi.
Saper leggere il codice sul guscio
per scoprire la provenienza delle uova gli esperti invitano alla lettura attenta del codice sul guscio: la cifra iniziale indica il tipo di allevamento delle galline (zero significa allevamento biologico, 1 all’aperto, 2 a terra, 3 in gabbia o batteria), seguono il Paese di produzione, il Comune e la provincia dell’allevamento.
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