06/06/2019

Diete estive: attenta a questi 8 errori

Veronica Colella Pubblicato il 06/06/2019 Aggiornato il 14/06/2019

Mangiare in modo poco vario, scegliere cotture sbagliate, dormire un numero insufficiente di ore, esagerare con gli snack light... sono tante le cause (insospettabili) per cui non si dimagrisce

Attractive girl is drinking fresh juice through the straw outdoors. Pretty woman is holding a bottle of cold lemonade.

L’estate è finalmente arrivata, ma non tutte ci sentiamo pronte. Anche chi ha un bel rapporto con il suo corpo può aver avuto qualche problema a mantenersi in forma, a volte senza sapere bene perché. In effetti esiste qualche motivazione nascosta per cui si ingrassa a tradimento, anche quando si crede di stare molto attente.

Individuare gli errori, spesso insospettabili, dietro alla nostra tendenza ad esagerare con il cibo rende più facile schivare le trappole e raggiungere gli obiettivi desiderati.

Una regola sempre valida: no al fai-da-te

Regolare gli eccessi e cercare di mangiare sano dovrebbe essere una regola da mantenere tutto l’anno, ma capita spesso che prima delle vacanze si decida di voler smaltire in fretta il peso accumulato. Vale la pena ricordare che improvvisarsi dietologi non è mai una buona idea: le diete fai-da-te sono spesso squilibrate, non aiutano a dimagrire (e anche quando succede, preparatevi a riprendere tutto con l’effetto yo-yo) e possono essere rischiose. Molto meglio affidarsi ad un esperto se dovete perdere tanti chili oppure seguire un programma equilibrato e collaudato se avete bisogno si smaltire 2-3 chili.

Gli errori da evitare

  1. Troppo esercizio fisico. Può sembrare un controsenso, ma allenarsi troppo impedisce di dimagrire. Non solo fa impennare l’appetito, ma livelli di cortisolo cronicamente elevati – come risposta all’eccessivo affaticamento – rallentano il metabolismo basale, diminuiscono la massa magra (muscolare) e aumentano la ritenzione idrica.
  2. Mangiare troppo poco. Affamarsi costringe l’organismo a conservare le calorie, perché il compito del nostro corpo è assicurarsi di avere delle riserve per mantenerci in vita. Ridurre drasticamente le porzioni (o saltare i pasti) attiva la modalità di sopravvivenza e rischia di farci cedere improvvisamente alle abbuffate.
  3. Seguire menù monotematici, poco equilibrati e monotoni. Solo succhi di frutta, solo insalata, anche solo proteine: la prima regola di un dimagrimento sano è la varietà. Nessun nutriente va bandito completamente.
  4. Sottovalutare la flora intestinale. La salute e la composizione del microbiota intestinale hanno un ruolo fondamentale nella nostra tendenza a ingrassare o dimagrire, anche orientando i nostri consumi. Consultare un nutrizionista può farci capire meglio come “educare” la flora batterica.
  5. Esagerare con gli snack dietetici. Il fatto che un prodotto sia classificato come “light” può spingerci a mangiarne regolarmente quantità maggiori, magari senza controllare che non sia pieno di zuccheri, di sale o di conservanti. La moderazione è sempre indicata e anche una lettura attenta delle etichette;
  6. Circondarsi di “pusher” del cibo. Si può esagerare anche perché abbiamo vicino persone che per amore ci sfamano un po’ troppo, oppure per effetto della pubblicità e dei programmi di cucina. Il cibo può essere una coccola, ma non deve diventare un vizio (anche perché diciamocelo, nessuno cercherà mai di tentarti con dei broccoli lessati).
  7. Dormire troppo poco. Dormire male e non dormire abbastanza influiscono sull’accumulo dei grassi, spingono a mangiare di più nelle ore serali o notturne (quando è più facile essere attratti da cibi meno salutari) e rendono più difficile il controllo degli impulsi.
  8. Sbagliare i tipi di cottura. Alcuni studi suggeriscono un legame tra gli interferenti endocrini e la sindrome metabolica. L’Istituto Auxologico Italiano raccomanda sul suo sito di proteggersi al meglio con piccoli accorgimenti, come cuocere alla griglia e non alla piastra, lavare bene frutta e verdura e scegliere prodotti di qualità, soprattutto nel caso della carne da allevamento, dove è possibile un uso improprio di antibiotici, estrogeni e ormoni della crescita.