Dieta senza glutine: indicata per chi soffre di colon irritabile
Chi soffre di colon irritabile sta meglio se elimina il glutine dalla dieta: lo dimostra un recente studio
L’ipotesi che gli esperti stanno valutando da anni, ovvero che i sintomi della sindrome da intestino irritabile possano essere scatenati dal glutine, è stata dimostrata. Uno studio condotto alla Charité di Berlino ha verificato come alcuni caratteri ereditari di chi soffre di colon irritabile possano rimandare a una sensibilità al glutine e dunque possano essere curati con una dieta priva di questa sostanza.
Nel 34% dei casi, i partecipanti al test (preventivamente sottoposti a un esame che ha escluso la presenza di celiachia) hanno mostrato un notevole o totale miglioramento dei sintomi in seguito all’assunzione di una dieta senza glutine per 4 mesi.
Secondo gli esperti è sensato considerare la dieta senza glutine come possibilità terapeutica nel caso di sindrome del colon irritabile, un disturbo gastrointestinale funzionale, non associato ad alterazioni fisiche, individuabili attraverso esami o indagini.
Pancia gonfia e dolore: primi sintomi
La sindrome del colon irritabile si manifesta con dolore, gonfiore addominale, irregolarità nell’evacuazione (diarrea o stitichezza). A livello mondiale ne è affetto dall’1,1 al 45% della popolazione. In Europa l’incidenza si attesta tra il 5 e il 10%, in Italia è del 7,2%. Il sesso femminile è il più colpito: ne è colpita un’italiana su 10, contro il 5-6% dei maschi.
La malattia può ridurre la qualità della vita a causa delle limitazioni fisiche e sociali prodotte dai disturbi e dalla preoccupazione che creano nella quotidianità: è stata documentata anche una correlazione con disturbi psichici come ansia, depressione e sentimenti di ostilità. Emozioni che, al tempo stesso, peggiorano la motilità del colon già di per sé alterata. Attualmente mancano terapie mirate: si fa ricorso a farmaci senza evidenze scientifiche né garanzia di sicurezza.
Alimenti da evitare
La dieta aglutinata si basa sull’esclusione di tutti i prodotti a base di grano, orzo, segale, frumento, kamut e farro: è fondamentale evitare sia gli alimenti che li contengono, come pane e dolci, sia quelli che nella loro fabbricazione o confezionamento possono essere stati contaminati da piccole quantità di glutine. Via libera, invece, a riso, mais e grano saraceno, naturalmente privi di glutine, ma anche a miglio, sorgo, amaranto, quinoa e teff. L’avena è in genere esclusa per prudenza: potrebbe essere contaminata da altre farine contenenti glutine.
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