A dieta con la playlist
La musica può influenzare anche l’appetito. A fare la differenza è il volume, ma l’effetto rilassante di alcune canzoni può aiutare chi tende a eccedere a causa dello stress
In momenti di crisi la luce in fondo al tunnel è spesso quella del frigo. Alcuni studi suggeriscono che sia possibile godersi di più gli spuntini e allo stesso tempo limitarne la frequenza, giocando con i suoni e le emozioni. Certo, nessuna sonata di Mozart potrà mai aumentare l’attrattiva delle verdure scondite a scapito di una lasagna.
È vero però che alcune scelte musicali possono contribuire a farci sentire rilassati e contenti, stimolando il rilascio di dopamina. E chi è più felice ha meno bisogno di cercare consolazione nel cibo, o di sgranocchiare a ciclo continuo per alleviare lo stress.
Suoni e sapori
L’idea che la musica possa influire sulla percezione del gusto è già stata esplorata nel decennio scorso. In un articolo apparso su i-Perception, gli scienziati inglesi Charles Spence e Ophelia Deroy hanno analizzato le ricerche più interessanti dei loro colleghi descrivendo i vari modi in cui la musica può influire sul palato. Scoprendo ad esempio che lo stesso calice di vino bianco può sembrare più corposo o più rinfrescante a seconda che si ascoltino i Carmina Burana di Carl Orff o il singolo Just can’t get enough dei Nouvelle Vague, oppure che una caramella mou può sembrare leggermente più amara quando viene accompagnata da una nota bassa e leggermente più dolce quando è accompagnata da una nota alta.
A tavola con Adele
Anche se la musica è in grado di esaltare alcuni sapori, le preferenze personali rimangono inalterate. Nessun sortilegio potrebbe far piacere i broccoli a chi li ha sempre detestati. Eppure, il potere calmante della musica non è da sottovalutare quando si tende a cercare consolazione nel cibo. Il neuroscienziato David Lewis-Hodgson ha messo a punto insieme ai suoi colleghi del Mindlab International la playlist più rilassante del pianeta, ancora disponibile per la consultazione su YouTube e Spotify. Tra un brano di Adele e uno dei Coldplay, potrebbe essere più facile limitare le porzioni e fare scelte più salutari. Lo suggerisce anche la dietologa Judith Wurtman, che in un articolo apparso su Psychology Today incoraggia a creare playlist ad hoc per il momento dei pasti.
Attenzione al volume
Che siate fan dei Metallica o di Elodie, l’importante è tenere sotto controllo il volume. Non solo per conservare l’udito il più a lungo possibile, ma anche per il bene del proprio fegato. Il motivo per cui è così difficile smettere di ordinare stuzzichini e cocktail in quei locali in cui bisogna sgolarsi per farsi sentire dai propri amici, secondo Wurtman, è che il volume della musica è pensato per stimolare gli eccessi. Recenti ricerche suggeriscono infatti che ascoltare musica a un volume troppo alto risvegli il sistema nervoso, acceleri il respiro e aumenti il battito cardiaco. A prescindere dal genere musicale, il volume alto fa entrare il nostro corpo in stato di allerta e spinge a cercare consolazione in alimenti più grassi e zuccherini. E a mangiare di più, come se non si fosse mai sazi.
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